28 ott 2009

Guy Debord, Roma Europa e il Circolo degli artisti arrivano alla “Dérive”.

“Piccola Dérive esistenziale – Una rosa è una rosa è una rosa” di e con Anna e Donatella Franciosi.



26 Settembre – 25 ottobre 2009, sono date queste che non appaiono importanti agli occhi del comune vedere, più semplicemente, infatti, sono le giornate dedicate alla riappropriazione dell’essere prima dell’avere, dell'abbandonarsi a se stessi ; sono i giorni in cui a Roma si è dato vita ad un bellissimo esperimento artistico di Anna e Donatella Franciosi basato sulle teorie di Guy Debord (scrittore, regista e filosofo francese).


Il primo dei due è stato dedicato alle decine di persone che hanno aderito ad una sorta di “giuoco non giuoco” ove diviene ambizione il riprendere possesso degli spazi della capitale, cotanto invisibili nella quotidianità quanto presenti nella realtà; la causa di tutto un comune stato di cecità involontario dettato dal subconscio sempre più succube delle dinamiche imposte da mezzi di trasporto, tempi, tempistiche e problematiche di mobilità su suolo urbano.



La scelta operativa per svolgere tale acquisizione è quella di perdersi in quel di Roma inconsapevoli di cosa possa accadere, il tutto ovviamente ‘sbirciato’ da macchine fotografiche e telecamere che potessero permettere ai partecipanti di OSSERVARE, oltre che guardare, nonchè fermare nel tempo ciò che normalmente si sottrae allo spirito d’osservazione.

Il proseguo di quest’esperimento nella seconda serata, lo spettacolo in collaborazione con: Corso di Semiologia degli Artefatti e Storia degli Allestimenti, Prof. Andrea Bordi, Facoltà di Architettura L. Quaroni, Università degli Studi di Roma La Sapienza e prodotta da Malaseno Arte in collaborazione con Temps D'Images 2009 entra a far parte del calendario del Roma Europa Festival 2009, forse proprio per la sua attenzione al sentimento umano che ne è scaturito, forse ancora per la sua semplice attenzione all’anima dell’uomo che ne è trapelata; fatto è che la serata è stata un via vai di emozioni vissute e documentate in video e slide fotografiche magicamente orchestrate e accompagnate da luci, colori, suoni, musica, tanti cartelli di cartone e tantissima sensibilità da parte dei protagonisti in scena.

Un racconto non raccontato della vita personale della protagonista che potrebbe al tempo stesso ricordare ognuno di noi, uno scorrere di parole che parrebbero incongruenti tra loro senza donare la giusta attenzione ad una delle tre simultanee video proiezioni in sala che ci fanno scoprire come queste, messe a fianco tra loro, possano far dedurre l’esigenza distintiva del nostro linguaggio e pensiero ordinario in tre livelli “REALE – ARTIFICIALE – IDEALE”.


E’ questo l’epicentro attorno al quale ruotano gli interpreti, il continuo scorrere di sensazione ed emozioni in forma scritta e ben visibile.

Un modo semplice di comunicare, talmente tanto semplice che l’individuo stesso deve obbligatoriamente prendere coscienza della necessità di abbandonarsi alla propria natura e uscire dalle abitudini e dagli stereotipi inflitti ai giorni nostri; insomma… esperimento riuscito per questo romantico momento di rivisitazione artistica del punto di vista“del cuore”.

Un susseguirsi di racconti, emozioni e momenti ironici che hanno fatto scivolare il pubblico in uno strettissimo abbraccio, tanto caloroso quanto rasserenante, grazie alla mobilità della scena che ha toccato ogni angolo della sala portando così gli spettatori a doversi continuamente trovare innanzi a svariate sorprese di cui stupirsi e meravigliarsi.

<<Questo è stato l’ennesimo passaggio e la Dérive continua… >> ci ha detto l’interprete principale Donatella Franciosi, la Dérive non si ferma anche perché non si può fermare uno stato mentale, si può solo viverlo.


Ci aspettiamo dunque di vedere ancora delle splendide sfide alla psiche umana di questo tipo che diano al teatro il ruolo di musa ispiratrice della realtà, non solo quello di narratrice, ponendo in primo luogo l’attenzione ai sentimenti dell’uomo quale individuo immerso nello spazio e nella società piuttosto che solo ed esclusivamente soggetto individualista attento ai bisogni dell’avere.


Carlo Lo Monaco



Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.