28 lug 2010

Come posso accettare tutto questo? - Arriva la Replica dell'On. Sonia Alfano



Dopo la sentenza di condanna in appello per Dell’Utri, ho ricevuto la lettera di un cittadino indignato per la situazione grottesca in cui versa il nostro Paese. Carlo si è soffermato in particolare sulle parole di un esponente del PdL in merito alla decisione dei giudici di Palermo. Secondo l’On. Laboccetta, i giudici non avrebbero avuto il coraggio di assolvere il senatore dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e, sempre a suo dire, gli italiani onesti sarebbero “tutti con Dell’Utri”. Ovviamente non stupisce l’attacco denigratorio ai magistrati, caratteristico del partito “dell’amore”, ma risulta comunque impossibile non reagire con forte disgusto.

Di seguito la lettera ricevuta e la mia risposta:

Buongiorno Sig.ra Sonia Alfano, perchè prima di tutto Sig.ra e poi attivista politica è quello che mi preme sottolineare; mi preme scriverle perchè non ce la faccio proprio più, è anni che sopporto, guardo, sbircio e vengo a conoscenza ogni giorno di tutte le orrende vicende che in questo paese provengono dalla politica e che non fanno altro che infangare e sbeffeggiare la vita di tutti noi liberi cittadini che ogni giorno dobbiamo preoccuparci di fare del nostro meglio per andare avanti, per essere retti e leali nonstante gli stenti economici, per cercare di costruirci un futuro più o meno decente per i ns (si spera) figli che verranno, se verrano; facendola breve e poco sentimentale mi urge chiederele direttamente se c’è ancora uno spiraglio, un barlume di decenza o pretesa della stessa in questa nazione che tanto amo e tanto odio contemporaneamente (sentimenti così contradditori da non poter essere altro che sinceri, umanamente parlando).

Vede, non solo mi sento offeso come italiano dalle parole di Dell’Utri che reputa Mangano il suo eroe personale e che questo non comporti nessuna conseguenza immediata all’interno del nostro sistema oramai mangiato dalle “tarme”, non solo devo vedere che il pdl fa quadrato a difenderlo, la stampa di “Regime” idem e via dicendo, tutte vicende sufficientemente messe in luce anche se senza conseguenze queste, ma una cosa che mi indigna veramente parecchio degli ultimi due giorni di politica e di stampa nazionale sono le parole di Amedeo Laboccetta, deputato napoletano del Pdl, componente del direttivo a Montecitorio e membro della commissione Antimafia, che vengono pubblicate su questo articolo comparso su “libero” del 29 Giugno a seguito della sentenza sullo stesso MAFIOSO Dell’Utri.

Mi indignano per due semplicissimi e di norma palesi motivazioni, la prima è che mi chiedo come si possa permettere un membro di della commissione antimafia di inveire con illazioni su una Corte di Assise che ha giudicato infatti Mafia senza che nessuna forza politica puntasse i piedi per sottolineare quanto questo sia inaccettabile e quantomeno di dubbio valore della stessa commissione antimafia, e la seconda cosa è che… io da palermitano di 31 anni, carissima Sig.ra Alfano, sono cresciuto negli “anni di Tritolo” della nuova era, negli anni della costruzione di questo sistema perfettamente organizzato, ho conosciuto e dovuto convivere in terra e quartiere con le stesse persone arrestate nel mese di giugno a Palermo per pizzo ed estorsione, ho dovuto vedere gente essere costretta a chiedere il permesso di aprire un attività concordando le percentuali di “protezioni” dovute prima ancora di poter ottenere la licenza commerciale, ho visto e conosciuto vittime e aggressori di una città che di Mafia vive, sopravvive e si autoalimenta nella paura.

Conosco metodologie, crudeltà, cruenza, favoritismi e soprattutto conosco l’inermità della forza dei palermitani che in migliaia si sono sempre battutti contro tutto cio’ ma che per aprire anche solo una sede per combattere la mafia in quegli anni avrebbero dovuto chiedere “L’autorizzazione” per l’apertura e si sa… non sarebbe mai stata concordata.

Conosco dentro di me il peso della mafia nella vita quotidiana, si insinua fin dentro i sogni dei giovani che devono crescere e decidere del proprio futuro, costringe i cittadini a pensare che l’unico modo di seguire proprie ambizioni e sogni sia quello di abbandonare quello smeraldo che è la sicilia per andare in altri posti dove la Mafia non esiste… vede.. io l’ho fatto purtroppo, ho lasciato la mia terra, ho scoperto che avevo torto, ho scoperto che tutti avevamo torto, ho scoperto che quasi sempre chi riesce è perchè ha utilizzato quelle amicizie palermitane anche al di fuori dell’Isola.

Adesso detto e spiegato tutto questo… mi chiedo .. come posso accettare che dopo tutto questo vissuto, dopo aver creduto profondamente che Falcone e Borsellino sono i miei veri eroi, dopo aver udito con le mie orecchie il sordido rimbombo di quelle bombe, dopo aver manifestato per anni contro tutto questo, dopo aver rischiato la mia vita tutti i giorni in quel territorio, dato che la mafia ce l’hai sempre accanto anche quando vai in discoteca a ballare, dopo aver atteso che le commissioni antimafia svolgessero il loro lavoro senza possibili infiltrazioni e corruzioni nel loro interno, dopo aver sempre perseguito che la legalità è l’unico vero modo di combattere la mafia e la corruzione e aver sempre ripudiato i metodi semplici di “Io ti conosco, so chi sei e cosa fai e quindi ti sparo” per non abbassarsi ai loro stessi livelli, dopo una intera vita che oggi a 31 anni dovrebbe cominciare a dare i suoi frutti e che invece continua ad essere sempre più traballante, dopo aver visto che questo stato è fin troppo fondato sulla corruzione, l’illegalità e i legami con la mafia stessa, come posso accettare di sentire le parole di quest’uomo e non sentire da parte di nessuna forza politica nè rappresentati dei media e della stampa che proprio oggi andrò anche io a difendere a piazza navona in Roma, parole altrettanto pesanti che sottolineino la pericolosità di queste dichiarazioni ?

Come posso accettare tutto questo?

Come si puo’ restare a braccia conserte davanti a tutto questo??

Io chiedo quindi solo un unico vero atto pesante tanto quanto pesante sono le parole in questione, chiedere dimissioni immediate di questo “pseudo difensore” dello Stato e immediate anche indagini sui motivi di interessi su tali dichiarazioni.

Non posso più tollerare che persino chi dovrebbe difendere il Paese contrastando la mafia abbia a ben dire dei suoi stessi componenti di spicco e di rilevanza nel gioco dei potenti di questo paese.

Non ci si puo’ piegare a tutto ciò se non sentendosi vili ed essendo consapevoli di essere anche un po’ mafiosi nel proprio interno accettandolo.

Adesso la ringrazio e la saluto, auspico una lotta anche e soprattutto su questo fronte poichè reputo fatica sprecata chiedere verità e giustizia, chiedere di “ritrovare” (anche se la sappiamo già distrutta al 99,9 %) l’agenda rossa di borsellino se poi la stessa rischierebbe di non essere messa agli atti come prova; lo dimostra persino la più semplice valutazioone di non attendibilità di Ciancimino Jr… non credo di dover spendere parole in merito.

Cordialmente, sentitamente e con l’auspicio di buon lavoro,

Carlo Lo Monaco.

Caro Carlo,

anche se con un po’ di ritardo, dovuto ai miei innumerevoli impegni, rispondo con piacere alla tua lettera.

Innanzitutto spero vorrai accettare una proposta: diamoci del tu.

Capisco tutto il tuo disappunto nei confronti di quei politicanti da strapazzo che stanno obbligando te e milioni di nostri connazionali a fare i salti mortali per vivere onestamente e dignitosamente, e condivido la tua rabbia poichè sono stata e sono ancora una cittadina italiana, esattamente come te.

Mi chiedi se c’è ancora una speranza, e io, convintamente, ti rispondo che c’è, e che se non ci fosse, dovremmo costruirla. Personalmente ritengo che l’unica soluzione a questo stato catatonico in cui versa il Paese, sia un ricambio generazionale.

Uno svecchiamento della politica.

Per fare questo occorre farsi carico di due impegni:

  1. convincere i giovani a fare la loro parte in politica senza lasciarsi condizionare dalle pur comprensibili paure che questa infonde
  2. cambiare la legge elettorale introducendo il sistema delle preferenze alle elezioni politiche, rendendo così il voto realmente democratico, e dando ai cittadini la possibilità di riappropriarsi di quel diritto sancito dalla nostra Carta costituzionale e chiamato “sovranità popolare”.

Sulle parole di Laboccetta, che dire? Sono offensive nei confronti della nostra intelligenza, e soprattutto nei confronti di quei magistrati che hanno già ampiamente dimostrato coraggio e grandissimo senso di responsabilità. Vedi, quando furono riaperte le indagini sulle stragi del biennio 92-93, Berlusconi disse che volevano attaccarlo e che tornare su quei fatti sarebbe stato uno sperpero di denaro pubblico. Questo tipo di dichiarazioni, palesemente infondate dato che nessuno degli inquirenti aveva fatto il nome di Berlusconi, non sono altro che il sintomo di una patologia molto grave: allergia alla verità e alla giustizia, poichè o Berlusconi è direttamente coinvolto nelle stragi e si è tradito, o semplicemente odia la legge. In entrambi i casi, il fatto è grave. Ci sarebbe da ridere, se non fosse che questi ‘signori’ su quelle poltrone da cui manovrano interessi tutt’altro che pubblici, ce li abbiamo fatti accomodare noi. Siamo stati irresponsabili, siamo scesi a compromessi, abbiamo creduto alle baggianate di un manipolo di imbroglioni che sono la naturale estensione della prima repubblica. La loro arroganza nella gestione del potere è figlia della storia dalla quale provengono. Dell’Utri, condannato in appello per mafia, è uno dei fondatori di Forza Italia. Un partito fondato, secondo quanto emerso dalle indagini, con i soldi della mafia. Cosa ci si può aspettare da chi in quel partito milita e grazie a quel partito guadagna oltre ventimila euro al mese pur non producendo assolutamente nulla di positivo per il Paese? Quando Laboccetta dice che gli italiani onesti sono con Dell’utri, forse ci crede. Forse Laboccetta è stato talmente rapito dall’enorme e crescente imbroglio degli ultimi 20 (30? 40?) anni da pensare che tutto questo sia normale.

Io, però, ho visto litri di sangue scorrere per le nostre strade. Il sangue degli onesti, di quelli che nella trappola non ci sono cascati, e che si sono opposti a compromessi, ricatti e soprusi, pagando con la loro stessa vita la scelta di essere liberi.

C’è una sola via, caro Carlo: il risveglio. Il Paese deve ritrovare la consapevolezza e imparare dagli errori per ricostruire tutto. Io sto cercando di fare la mia parte, con tutta me stessa e spero di incontrare sul mio cammino sempre piu’ persone che vogliono fare lo stesso.

Ti ringrazio di cuore per avermi scritto.

Sonia Alfano.

25 lug 2010

Denuncia contro Brunetta e lettera pubblica.


Caro Ministro Brunetta,
in tanti ironicamente la sfottono con foto, battute , video , scherzando e dicendo che lei e' un fannullone che fa la caccia alle streghe contro i fannulloni della Pubblica Amministrazione.
Io a differenza di tutti coloro che fanno ironia per dire le cose come stanno, ho la faccia tosta di dire le cose in faccia e non solo a parole.
Ho il brutto vizio di scrivere tutto cio' che dico per non avere un domani una critica da chiunque su cosa dico e su cosa faccio.
Francesco Carbone a differenza di tutti i politici di questo paese "Civile e Democratico", tutto cio' che dice fa'.

Quindi per essere coerente sul mio pensiero nei suoi confronti , l'ho voluto mettere per iscritto e scrivendo scrivendo , mi sono accorto che la parola "Fannullone" nel suo caso e' sinonimo di "Omissione" e siccome adoro il Codice Penale e la Costituzione,
l'ho denunciata per Omissione di Atti D'Ufficio.


Non so se lei lo sappia che l'ho denunciata per Omissioni di Atti D'ufficio sia a lei che l'Ispettorato della Pubblica Funzione, in quanto in Italia certi Magistrati hanno il brutto vizio di distogliere dall'azione penale personaggi illustri o facenti parte della casta o logge massoniche.
Lei sapra' benissimo che certi Magistrati andando a infrangere all'art 112 della Costituzione facendo molti reati penali,
insabbiano tali denunce con il mod 45 classificando tutte le denunce contro personaggi illustri o della casta o logge massoniche, come Fatti Non Contenenti Reato, cosi che la denuncia viene autoarchiviata, non viene fatta visionare al Gip , non vengono fatte indagini e non si avvisa chi ha sporto denuncia pur richiedendo tale avviso in base all'art 408 cpp.
Sicuro che il passaparola che i miei amici metteranno in moto fara' si che questa mia lettera aperta diventi di dominio pubblico e quindi sara' letta anche da lei, la prego di rispondermi visto che questa e' la terza volta che le scrivo.
Solo per educazione e non per dovere.
Almeno dimostra di essere educato.
Visto che mi sento un gran signore a confronto di tutti i politici Italiani, voglio fare il signore anche con lei anche se tutti i politici in Italia da me non meritano niente.
Facciamo finta che quella denuncia e' un preavviso di licenziamento e a tal proposito le do un opportunita'.
L'opportunita' di fare il suo lavoro, cioe' inviare gli ispettori della pubblica funzione presso la Procura di Verona, Ispettorato del Lavoro di Verona, e usll 20 di Verona e verificare l'operato di tali "pubblici impiegati",
se non ce la fa da solo si faccia aiutare dai suoi colleghi , il Ministro Alfano e il Ministro Sacconi, Visto che anche loro sono stati denunciati da me per non aver inviato gli ispettori sia in Procura (Ministro Alfano) e sia all'usll 20 e all'ispettorato del lavoro (Ministro sacconi).
Se mi dimostrate che sapete fare il lavoro per il quale siete pagati da noi cittadini,
inviando gli ispettori, sequestrando tutte le pratiche e denunciando d'ufficio tutte le irregolarita' riscontrate e facendomi avere un processo con l'avvio delle indagini di tutte le denunce che ho fatto fino a ora,
saro' clemente con voi e pubblicamente prometto che ritirero' la denuncia querela.
Nel caso in cui voi vi ostinate a fare i vostri porci comodi in quanto sicuri che non sara' mai avviata un'indagine nei vostri confronti, sara' mia premura andare a controllare la posizione della denuncia in questione e se sara' messa a mod 45, Il magistrato che ha la mia denuncia in mano sara' denunciato per come ho gia' denunciato i procuratori capo Papalia e Schinaia.
Sicuro che lei in qualsiasi modo leggera' questa mia lettera aperta e pubblica, la invito a fare il suo lavoro.
Cordialmente Francesco Carbone.

24 lug 2010

PARTIGIANI DEL TERZO MILLENNIO: FIAT, LETTERA DI UN OPERAIO A MARCHIONNE

Marchionne


Caro Sergio, Non posso nascondere l’emozione provata quando ho trovato la sua missiva, ho pensato fosse la comunicazione di un nuovo periodo di cassa integrazione e invece era la lettera del «padrone», anzi, chiedo scusa: la lettera di un collega. Ho scoperto che abbiamo anche una cosa in comune, siamo nati entrambi in Italia. Mi trova d’accordo quando dice che ci troviamo in una situazione molto delicata e che molte famiglie sentono di più il peso della crisi. Aggiungerei però che sono le famiglie degli operai, magari quelle monoreddito, a pagare lo scotto maggiore, non la sua famiglia. Io conosco la situazione più da vicino e, a differenza sua, ho molti amici che a causa dei licenziamenti, dei mancati rinnovi contrattuali o della cassa integrazione faticano ad arrivare a fine mese. Ma non sono certo che lei afferri realmente cosa voglia dire.

Quel che è certo è che lei ha centrato il nocciolo della questione: il momento è delicato. Quindi, che si fa? La sua risposta, mi spiace dirlo, non è quella che speravo. Lei sostiene che sia il caso di accettare «le regole del gioco» perché «non l’abbiamo scelte noi». Chissà come sarebbe il nostro mondo se anche Rosa Lee Parks, Martin Luther King, Dante Di Nanni, Nelson Mandela, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Emergency, Medici senza Frontiere e tutti i guerrieri del nonostante che tutti i giorni combattono regole ingiuste e discriminanti, avessero semplicemente chinato la testa, teorizzando che il razzismo, le dittature, la mafia o le guerre fossero semplicemente inevitabili, e che anziché combatterle sarebbe stato meglio assecondarle, adattarsi. La regola che porta al profitto diminuendo i diritti dei lavoratori è una regola ingiusta e nel mio piccolo, io continuerò a crederlo e a oppormi.

Per quel che riguarda Pomigliano, le soluzioni che propone non mi convincono. Aumentare la competitività riducendo il benessere dei lavoratori è una soluzione in cui gli sforzi ricadono sugli operai. Lei saprà meglio di me come gestire un’azienda, però quando parla di «anomalie» a Pomigliano, non posso non pensare che io non conoscerò l'alta finanza, ma probabilmente lei non ha la minima idea di cosa sia realmente, mi passi l’espressione, «faticare».

Non so se lei ha mai avuto la fortuna di entrare in una fonderia. Beh, io ci lavoro da 13 anni e mentre il telegiornale ci raccomanda di non uscire nelle ore più calde, io sono a diretto contatto con l’alluminio fuso e sudo da stare male. Le posso garantire che è già tutto sufficientemente inumano. Costringere dei padri di famiglia ad accettare condizioni di lavoro ulteriormente degradanti, e quel che peggio svilenti della loro dignità di lavoratori, non è una strategia aziendale: è una scappatoia. Ma parliamo ora di cose belle. Mi sono nuovamente emozionato quando nella lettera ci ringrazia per quello che abbiamo fatto dal 2004 ad oggi, d’altronde come lei stesso dice «la forza di un’ organizzazione non arriva da nessuna altra parte se non dalle persone che ci lavorano». Spero di non sembrarle venale se le dico che a una virile stretta di mano avrei preferito il Premio di risultato in busta paga oppure migliori condizioni di lavoro. Oppure poteva concedere il rinnovo del contratto a tutti i ragazzi assunti per due giorni oppure una settimana solo per far fronte ai picchi di produzione, sfruttati con l’illusione di un rinnovo e poi rispediti a casa. Lei dice che ci siete riconoscenti. Ci sono molti modi di dimostrare riconoscenza. Perché se, come pubblicano i giornali, la Fiat ha avuto un utile di 113 milioni di euro, ci viene negato il Premio di produzione? Ma immagino che non sia il momento di chiedere. D’altronde dopo tanti anni ho imparato: quando l’azienda va male non è il momento di chiedere perché i conti vanno male e quando l’azienda guadagna non è il momento di fermarsi a chiedere, è il momento di stringere i denti per continuare a far si che le cose vadano bene.

Lei vuole insegnarci che questa «è una sfida che si vince tutti insieme o tutti insieme si perde». Immagino che comprenda le mie difficoltà a credere che lei, io, i colleghi di Pomigliano e i milioni di operai che dipendono dalle sue decisioni, rischiamo alla pari. Se si perderà noi perderemo, lei invece prenderà il suo panfilo e insieme alla sua liquidazione a svariati zeri veleggerà verso nuovi lidi. Noi tremeremo di paura pensando ai mutui e ai libri dei ragazzi, e accetteremo lavori con trattamenti ancora più più svilenti, perché quello che lei finge di non sapere, caro Sergio, è che quello che impone la Fiat, in Italia, viene poi adottato e imposto da ogni altro grande settore dell’industria.

Spero che queste righe scritte con il cuore non siano il sigillo della mia lettera di licenziamento. Solo negli ultimi tempi ho visto licenziare cinque miei colleghi perché non condividevano l’idea «dell’entità astratta, azienda». Ora chiudo, anche se scriverle è stato bello. Spererei davvero che quando mi chiede se per i miei figli e i miei nipoti vorrei un futuro migliore di questo, guardassimo tutti e due verso lo stesso futuro. Temo invece che il futuro prospettato ai nostri figli sia un futuro fatto di iniquità, di ingiustizia e connotato da una profonda mancanza di umanità. (...) Un futuro in cui si devono accettare le regole, anche se ingiuste, perché non le abbiamo scelte noi. Sappia che non è così, lei può scegliere. Insieme, lei e noi possiamo cambiarle quelle regole, cambiarle davvero, anche se temo che non sia questo il suo obbiettivo (...). A lei le cose vanno già molto bene così. Sappia che non ha il mio appoggio e che continuerò ad impegnarmi perché un altro mondo sia possibile. Buon lavoro anche a lei.

Massimiliano Cassaro

23 lug 2010

"Quella cerimonia per Barbara Berlusconi ha offeso noi professori e i nostri studenti"


La Repubblica.it - © Riproduzione riservata

La lettera di una docente dell'Università San Raffaele dopo la laurea della figlia del premier "Il rettore don Verzè si è rivolto solo a lei, alla presenza del premier, offrendole una cattedra"

di ROBERTA DE MONTICELLI (Foto a dx)

Insegno filosofia della persona alla facoltà di Filosofia dell’Università Vita Salute San Raffaele. Scrivo queste righe per dire: non in mio nome. Non è certamente in mio nome che il nostro rettore, don Luigi Verzé, intervenendo come è suo diritto alla cerimonia delle proclamazioni delle lauree, si è rivolta alla sola candidata Barbara Berlusconi, che giungeva a conclusione del suo percorso triennale, chiedendole se riteneva che potesse nascere una facoltà di Economia del San Raffaele basata sul pensiero dell’autore sul quale verteva la sua tesi (Amartya Sen), e invitandola a diventare docente di questa Università, in presenza del presidente del Consiglio, il quale assisteva alla cerimonia.

La cerimonia di laurea di Barbara Berlusconi

Intendo dissociarmi apertamente e pubblicamente da questa che ritengo una violazione non solo del principio della pari dignità formale degli studenti, non solo della forma e della sostanza di un atto pubblico quale una proclamazione di laurea, non solo della dignità di un corpo docente che il rettore dovrebbe rappresentare, ma anche dei requisiti etici di una istituzione universitaria d’eccellenza quale l’Università San Raffaele giustamente aspira a essere.

Tengo a dissociarmi nettamente e pubblicamente e da queste parole e dalla logica che le sottende, logica che da una vita combatto, come combatto da sempre il corporativismo e i sistemi clientelari dell’Università italiana, e il progressivo affossamento di tutti i criteri di eccellenza e di merito, oltre che dell’Università stessa come scuola di libertà.

Me ne dissocio individualmente, anche se spero che la deprecazione dell’accaduto sia unanime fra il corpo docente. Ma tengo a ribadire con questa mia serena dichiarazione che non sono né di principio né di fatto corresponsabile dell’andamento di questa cerimonia: non di principio per le profonde ragioni di dissenso che ho qui espresso, non di fatto, perché in effetti non figuravo fra i componenti della commissione relativa alla candidata in questione, e certamente non perché avessi chiesto di esserne esonerata.




15 lug 2010

Lettera aperta a Debora Serracchiani | Pasquale Videtta PUGLIAmo l'Italia




Onorevole Debora Serracchiani,
sono Pasquale Videtta, gestisco la pagina PUGLIAmo l'Italia: Nichi Vendola candidato premier 2013 su Facebook che conta 27.000 iscritti.

Le scrivo in merito alle sue dichiarazioni riportate da Affaritaliani.it, secondo cui le avrebbe detto di "pensare ai moderati" e "guardare ai centristi... senza dimenticare quelli di sinistra".

Pur rispettando le sue opinioni, sia io che gli iscritti alla pagina in questione, siamo rimasti abbastanza, anzi molto, delusi dalle Sue dichiarazioni, in quanto riteniamo che il PD stia guardando fin troppo alla parte moderata e al centrismo, dimenticandosi proprio di quegli elettori che si riconoscono nei valori della sinistra (senza che siano necessariamente comunisti). Guardare ai centristi o a coloro fin troppo moderati, significa rinnegare ideali politici che il PD aveva promesso di rispettare. Le ricordo che Bersani, sia prima che dopo le primarie, aveva parlato di un Partito Democratico con visioni socialdemocratiche. Tanti, troppi ideali e valori distinguono gli ideali di sinistra, con quelli centristi. Il centrismo rappresenta il conservatorismo. La sinistra dovrebbe (il condizionale è d'obbligo a causa della situazione in cui la sinistra si ritrova) rappresentare il progressismo. Lei ha dichiarato di essere favorevole ai matrimoni gay e alle adozioni da parte dei gay (si è dimostrata molto più progressista del Suo attuale segretario Pierluigi Bersani che invece ha detto che "bisogna trovare forme di convivenza alternative al matrimonio"): ebbene, io allora Le pongo una domanda: secondo Lei, un partito come l'UDC, da sempre scudiero delle teorie del Vaticano, o l'Api di Rutelli, sarebbero disponibili a trasformare i loro ideali o solo a discutere di queste proposte? Sinceramente ne dubito. Non possiamo guardare a quelle forze politiche contrarie all'acqua pubblica, ai diritti delle coppie di fatto, favorevoli al Nucleare, contrari alla laicità dello Stato. Le ricordo, che secondo un sondaggio IPSOS, il PD viene già visto come un partito conservatore, e anche Ignazio Marino ha dichiarato la stessa cosa. Noi non dobbiamo essere la fotocopia di questo Governo; noi dobbiamo essere l'Alternativa a questo Governo altrimenti la gente voterà la "bella" (si fa per dire) copia. Il PD non ha ancora un'idea chiara, un programma chiaro, se non quello astruso veltronianfranceschiniano del "sì ma anche". Il PD deve recuperare l'anima di sinistra, non quella moderata. Deve rafforzare l'alleanza con l'Italia dei Valori e recuperare obbligatoriamente quelle con Sinistra Ecologia Libertà, Verdi, Federazione della Sinistra. Bisogna distaccarsi dal partito di Cuffaro. Il PD non deve cercare di essere il partito di tutti, ottenendo alla fine di essere il partito di nessuno. Deve cercare di essere il partito di qualcuno, prendendo posizioni chiare e nette.

In attesa di Sue risposte, Le porgo cordiali saluti

Pasquale Videtta

1 lug 2010

Lettera Aperta a Sonia Alfano - Carlo Lo Monaco















Buongiorno Sig.ra Sonia Alfano, perchè prima di tutto Sig.ra e poi attivista politica è quello che mi preme sottolineare; mi preme scriverle perchè non ce la faccio proprio più,
è anni che sopporto, guardo, sbircio e vengo a conoscenza ogni giorno di tutte le orrende vicende che in questo paese provengono dalla politica e che non fanno altro che infangare e sbeffeggiare la vita di tutti noi liberi cittadini che ogni giorno dobbiamo preoccuparci di fare del nostro meglio per andare avanti, per essere retti e leali nonstante gli stenti economici, per cercare di costruirci un futuro più o meno decente per i ns (si spera) figli che verranno, se verrano;

facendola breve e poco sentimentale mi urge chiederele direttamente se c'è ancora uno spiraglio, un barlume di decenza o pretesa della stessa in questa nazione che tanto amo e tanto odio contemporaneamente (sentimenti cos' contradditori da non poter essere altro che sinceri, umanamente parlando).

Veda, non solo mi sento offeso come italiano dalle parole di Dell'Utri che reputa Mangano il suo eroe personale e che questo non comporti nessuna conseguenza immediata all'interno del nostro sistema oramai mangiato dalle "tarme", non solo devo vedere che il pdl fa quadrato a difenderlo, la stampa di "Regime" idem e via dicendo, tutte vicende sufficientemente messe in luce anche se senza conseguenze queste, ma una cosa che mi indigna veramente parecchio degli ultimi due giorni di politica e di stampa nazionale sono le parole di Amedeo Laboccetta, deputato napoletano del Pdl, componente del direttivo a Montecitorio e membro della commissione Antimafia, che vengono pubblicate su questo articolo comparso su "libero" del 29 Giugno a seguito della sentenza sullo stesso MAFIOSO Dell'Utri.
Art.: http://www.libero-news.it/news/443269/Mafia__Laboccetta__Pdl___Dell_Utri_innocente_doveva_essere_assolto.html

(le ho lasciato l'indirizzo internet dell'articoletto, di poche parole ma distruttive e di grandissima rilevanza sociale e politica)

Mi indignano per due semplicissimi e di norma palesi motivazioni, la prima è che mi chiedo come si possa permettere un membro di della commissione antimafia di inveire con illazioni su una Corte di Assise che ha giudicato in fatti Mafia senza che nessuna forza politica puntasse i piedi per sottolineare quanto questo sia inaccettabile e quantomeno di dubbio valore della stessa commissione antimafia, e la seconda cosa è che... io da palermitano di 31 anni, carissima Sig.ra Alfano, sono cresciuto negli "anni di Tritolo" della nuova era, negli anni della costruzione di questo sistema perfettamente organizzato, ho conosciuto e dovuto convivere in terra e quartiere con le stesse persone arrestate nel mese di giugno a palermo per pizzo ed estorsione, ho dovuto vedere gente essere costretta a chiedere il permesso di aprire un attività concordando le percentuali di "protezioni" dovute prima ancora di poter ottenere la licenza commerciale, ho visto e conosciuto vittime e aggressori di una città che di Mafia vive, sopravvive e si autoalimenta nella paura.

conosco metodologie, crudeltà, cruenza, favoritismi e soprattutto conosco l'inermità della forza dei palermitani che in migliaia si sono sempre battutti contro tutto cio' ma che per aprire anche solo una sede per combattere la mafia in quegli anni avrebbero dovuto chiedere "L'autorizzazione" per l'apertura e si sa... non sarebbe mai stata concordata.

conosco dentro di me il peso della mafia nella vita quotidiana, si insinua fin dentro i sogni dei giovani che devono crescere e decidere del proprio futuro, costringe i cittadini a pensare che l'unico modo di seguire proprie ambizioni e sogni sia quello di abbandonare quello smeraldo che è la sicilia per andare in altri posti dove la Mafia non esiste... vede.. io l'ho fatto purtroppo, ho lasciato la mia terra, ho scoperto che avevo torto, ho scoperto che tutti avevamo torto, ho scoperto che quasi sempre chi riesce è perchè ha utilizzato quelle amicizie palermitane anche al di fuori dell'Isola.

Adesso detto e spiegato tutto questo... mi chiedo .. come posso accettare che dopo tutto questo vissuto, dopo aver creduto profondamente che Falcone e Borsellino sono i miei veri eroi, dopo aver udito con le mie orecchie il sordido rimbombo di quelle bombe, dopo aver manifestato per anni contro tutto questo, dopo aver rischiato la mia vita tutti i giorni in quel territorio, dato che la mafia ce l'hai sempre accanto anche quando vai in discoteca a ballare, dopo aver atteso che le commissioni antimafia svolgessero il loro lavoro senza possibili infiltrazioni e corruzioni nel loro interno, dopo aver sempre perseguito che la legalità è l'unico vero modo di combattere la mafia e la corruzione e aver sempre ripudiato i metodi semplici di "Io ti conosco, so chi sei e cosa fai e quindi ti sparo" per non abbassarsi ai loro stessi livelli, dopo una intera vita che oggi a 31 anni dovrebbe cominciare a dare i suoi frutti e che invece continua ad essere sempre più traballante, dopo aver visto che questo stato è fin troppo fondato sulla corruzione, l'illegalità e i legami con la mafia stessa, come posso accettare di sentire le parole di quest'uomo e non sentire da parte di nessuna forza politica nè rappresentati dei media e della stampa che proprio oggi andrò anche io a difendere a piazza navona in Roma, parole altrettanto pesanti che sottolineino la pericolosità di queste dichiarazioni ?

Come posso accettare tutto questo?
Come si puo' restare a braccia conserte davanti a tutto questo??

io chiedo quindi solo un unico vero atto pesante tanto quanto pesante sono le parole in questione, chiedere dimissioni immediate di questo "pseudo difensore" dello stato e immediate anche indagini sui motivi di interessi su tali dichiarazioni.

Non posso più tollerare che persino chi dovrebbe difendere il paese contrastando la mafia abbia a ben dire dei suoi stessi componenti di spicco e di rilevanza nel gioco dei potenti di questo paese.

non ci si puo' piegare a tutto ciò se non sentendosi vili ed essendo consapevoli di essere anche un po' mafiosi nel proprio interno accettandolo.

adesso la ringrazio e la saluto, auspico una lotta anche e soprattutto su questo fronte poichè reputo fatica sprecata chiedere verità e giustizia, chiedere di "ritrovare" (anche se la sappiamo già distrutta al 99,9 %) l'agenda rossa di borsellino se poi la stessa rischierebbe di non essere messa agli atti come prova; lo dimostra persino la più semplice valutazioone di non attendibilità di Ciancimino Jr... non credo di dover spendere parole in merito.

Cordialmente, sentitamente e con l'auspicio di buon lavoro,

Carlo Lo Monaco.

Lettera aperta a mio figlio che verrà - Blog di Simone C. Tolomelli

Ciao,

non so come ti chiamerò, non so il tuo sesso. Spero che sia femmina, per il maschio mi sono già messo d'accordo per scambiarlo su eBay con un basso Höffner (pickup Gibson). Non so molto di te, eppure ho un sacco di cose da dirti perché so un sacco di me. Tua madre prima o poi ti farà un quadro tra il ridicolo ed il pietoso ma sappi che c'è stato un tempo in cui su FaceBook avevo un sacco di amici. Anzi ci fu pure un tempo in cui avevo le grupies, poi è arrivata tua madre e ha disperso cianuro di potassio nelle bottigliette da mezzo litro d'aranciata (sai, erano minorenni) e mi sono trovato con molte meno lettrici. Intere classi di liceali evaporate.

Ho acquisito più fiducia in me, molto a lungo sono stato una persona interessante e "simpatica"; mi adoperai per attenuare i picchi di una depressione bipolare troppo marcati, la trasformai in un qualche cosa di esistenziale, la interiorizzai ne feci quasi un bonsai di cui avere cura ma non paura. Con pazienza divenne parte di quello che sono stato, immanente, pulito. Addirittura, da un certo punto di vista, sereno. Quel che non ho mai fatto è stato smettere di cercare.

Insomma ti scrivo perché spero che quando ti capiterà di avere tra le mani quanto sto facendo, vorrei tu non lo capissi. E che tu debba cercare qualcuno per tradurlo, perché sarai un meraviglioso cittadino del mondo che da suo padre ha imparato a sufficienza perché almeno la lingua dei propri genitori si sia dimenticato di prendere in considerazione; magari poi qualche cosa ti abbiamo passato e non l'avremmo voluto, credi, e ti viene da pensare che se parcheggi "per un attimo" in doppia fila non succeda niente, non è vero ma non te fare un cruccio: sono i geni, siamo fatti anche così. È il motivo per cui ci siamo estinti e voi stranieri siete i padroni del mondo, dal Colosseo alle spiagge che un tempo furono italiane. Oggi sono vostre, le trattate meglio, le usate meglio, avete sconfitto tutto e tutti. Non c'è più nessuno che parli ad alta voce, nessuno ti chiama "capo" ed avete fatto un museo sulla Mafia per cercare di spiegarla, per capire almeno un pochino come avesse potuto essere quella piaga endemica che fu. Chi non possiede un DNA che contempli (anzi inciti) alla scorrettezza si trova spiazzato, lo capisco, eppure comandarono, noi c'eravamo, me lo ricordo. Non ho visto i Beatles ma ho contato i mattoni del muro di Berlino e visto uccidere dal mio stesso Stato uomini e donne che combattevano in suo nome contro un nemico che nemico non era. Tu, questo, non è importante lo sappia: io credo nell'oblio, e nelle mezze verità. Quelli che "dico sempre quello che penso" li trovo piuttosto stupidi, nessuno ti chiede di dire mai tutto quello che pensi, tientelo per te, ha molto più valore.

E non sprecare tempo a dire al mondo quanto non vada, ma cerca di essere il vero leader delle cose che funzionano. Sai, un giorno accadde che nonostante tuo padre li avesse avvisati (già avevo perduto le grupies e in più non contavo niente) il Governo fece passare una legge che permetteva agli insegnanti di religione di partecipare agli scrutini scolastici di fine anno e quindi in questo modo aiutare o meno questo o quell'altro ragazzo in un momento così particolare della sua vita, quale è il percorso scolastico. E l'infanzia, sino all'adolescenza. Dissero che non si sarebbe voluto discriminare sei milioni di studenti cattolici e per questo motivo era meglio correre il rischio di creare un muro socio-culturale e religioso attorno alle scuole in modo che sempre meno potessero incarnare quel fondamentale epicentro di multiculturalismo e aggregazione di cui avevamo bisogno. Gli stessi studenti ebrei, mussulmani, induisti, atei, e di qualsivoglia altro credo o non-credo vennero lasciati in balia del caso, nei fatti etichettati come "diversi" e deficenti di "quell'aiutino", che poteva arrivare in caso di media traballante, da un insegnante che nulla insegnava quanto invece non avesse in dovere di catechizzare. Il catechismo, per tua cultura personale, è quando a prescindere che ti interessi o che tu lo voglia, ti raccontano le prodezze di un uomo meraviglioso esistito migliaia di anni fa e che chiamarono Gesù Cristo. Ebbe la grande idea di dire di essere il figlio di Dio, lo disse ricordando che tutti siamo figli di Dio, e per questo tutto filava. Migliaia di anni fa il mondo era molto differente da quello che conosci adesso. Non c'era il libero pensiero, l'essere umano non percepiva se stesso, comandavano i culti e le paure, il buio dell'oltranzismo. Purtroppo si dovette aspettare molto a lungo perché il lume della ragione ricalibrasse i pesi sulla bilancia. Un illuminista come Gesù Cristo venne ucciso perché parlava di amore, uguaglianza, integrazione, bontà. Sembra sciocco, lo so, ma è andata così. E pensa, oltre il danno la beffa: su quelle stesse idee incredibili sino al giorno prima, fu costruita la più abominevole maledizione che la razza umana abbia mai conosciuto: la chiamarono Chiesa, ecclesia, colei che attrae, che invita, che raggruppa. Chi, tutti? No, alcuni.

Poi c'erano i diversi. Negli anni i diversi hanno preso varie forme. Oggi "diversi" è una sorta di metonimia per dire "le persone con inclinazione sessuale differente da quella accettata come normale", una devianza. La psicologia moderna, soprattutto quella che si occupa del comportamento umano, non sa definire il concetto di "devianza", forse voi ci sarete riusciti ad oggi non l'hanno fatto e vige un po' la legge del più forte, se tutti fanno così, così è giusto. Concetto smentito dall'affaire "mosche, merda, milioni" ma te ne parlo un'altra volta.

Uomini che amano altri uomini, donne altre donne, loro sono i diversi: ad oggi li pugnaliamo, spero che tu e il, o la tua, partner possiate vivere in un mondo migliore dove differenze tra sé e gli altri possano generare più una spasmodica curiosità intellettuale che un pragmatico ed animalesco istinto alla protezione. Spero che tu stesso possa aver deciso chi essere sulla base di quel che ti senti di essere; io e tua madre so che avremo fatto tutto quello che ci è in potere per darti la forza di essere qualcuno, pieno, degno, unico.

Qualcuno che sappia dare il giusto peso al gioco del calcio, cui non venga in mente di fondarci una nazione, ad esempio. Qualcuno che capisca che quel che l'ha preceduto ha un effetto fondamentale su ciò che seguirà e che per questo la responsabilità delle proprie azioni è l'unica cosa di cui prendersi veramente cura. Il coraggio e la responsabilità. Qualcuno la cui vita sia fatta di pienezza non ha di che rammaricarsi. E non significa che sia facile. È difficile e pericoloso, è stancante e doloroso, ma la vita è quella, solo quella. Il resto, questa è di un mio caro amico e la uso sapendo che apprezzerà, è soltanto la scelta di quale vestito indossare al proprio funerale. Decidi per come meglio credi, ma ascoltami prima: ci sono cose che non servono ed altre vitali. Non è detto che il mondo attorno a te si distribuisca sensatamente su quanto di esistente ma tu non andare in giro a caso, non è divertente né utile e ti ritrovi, un giorno, vecchio e solo con in mano un pugno di mosche. Metti in tasca tutto ciò che di volta in volta si avvicini a te con valore e non sperare sia infinito, spesso sono pochi grammi di amicizia, alcuni sorrisi, certi momenti speciali che restano nella mente come frazioni di secondo profumate. Quella è una vita che saprà farti compagnia quando sarai da solo, e sarai da solo, quasi sempre. La notte, il giorno, in bagno. Basta nulla e sei da solo e se ti stai antipatico, perdonami, sono cazzi.

Te l'ho detto, ci ho provato, non so chi tu sia, ma so chi sono io, e posso immaginare un pochino chi potresti essere almeno in parte. Cerca di ascoltare buona musica, se puoi, se vuoi, chiedi chi erano i Beatles, Bach, Glen Gould, Chopin, i Beach Boys, cose così. Tu provaci se vuoi. Leggi un po', magari non tantissimo, ma un po' sì. A me deprime molto e lo faccio raramente, ma il mio è un problema, una specie di sindrome, una sensazione di inadeguatezza troppo grande da sopportare, se a te non capitasse allora aggirati fra i libri coltivando buone speranze perché di solito, insieme ai gatti, è difficile che ti deludano.

Cerca di fare il possibile, ecco, perché già quello è impossibile. E non fare l'impossibile perché non serve, perché non è utile né sano, e sappi che, sì, molte cose sono difficili e quel che non lo è di solito è un pacco. E se hai una dote, una qualunque, allora sarà ancora più difficile e non è un dono, è un impegno. Abbi la gentilezza e l'educazione di studiare per tutti quelli che quella dote non hanno. Non fare come me. Non aver terrore di te stesso, non essere pigro perché trovare una scusa è un attimo e ti metti in pace con il mondo ma cominci una guerra contro te stesso.

Ora ti bacio, perché infondo ho scoperto che solo i baci sono in grado di dire tutto questo e molto di più, in molto meno e con qualche brivido. Quindi immagina che tutte queste parole siano una marea di piccoli baci che prelude, nel suo piccolo modo verboso, a tutto quello che un giorno saprò fare per te.

E vuol dire che non c'è nulla che io non possa fare per te.