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3 set 2009

Il “saper fare” del Rialto, modello di cultura senza sprechi



di Giorgio Cattaneo



Mentre le grandi coalizioni nazionali si scambiano accuse sulla gestione finanziaria del controverso settore delle politiche culturali, con il centro-destra che si dichiara costretto a imporre tagli e il centro-sinistra deciso a difendere i contributi pubblici per il cinema, il teatro e la cultura territoriale diffusa, da mesi nel cuore di Roma si sta combattendo – nel silenzio generale – una strenua e anomala battaglia, assolutamente atipica per il panorama culturale italiano: l’ostinata resistenza dell’ex centro sociale Rialto Occupato, ora “centro di cultura contemporanea” Rialto Sant’Ambrogio, riconosciuto e autorizzato dal Comune di Roma.

Nato da un’iniziativa di protesta, l’occupazione simbolica di un cinema abbandonato per contestare la mancanza di spazi liberi e non-profit, destinati alla creatività giovanile, nell’arco di dieci anni il Rialto si è sviluppato, trasferendosi nell’ex Ghetto ebraico, in un vetusto edificio al Portico d’Ottavia, dando vita ad una fioritura culturale assolutamente sorprendente. Teatro di ricerca, visual art, musica elettronica, concerti, presentazioni di libri: un cocktail di attrazioni che ha miscelato oltre 600 artisti, italiani e internazionali, attirando nei weekend anche migliaia di spettatori, distribuiti nelle diverse sale artistiche, nel grande salone bar e nell’ampio cortile interno.

Frequentato da un pubblico variegato, spesso colto, fatto di romani e non (moltissimi gli stranieri) il Rialto ha proposto un’elevata offerta culturale, giungendo ad ospitare “prime” mondiali come quelle del regista argentino Rafael Spregelburd; a co-produrre installazioni, spettacoli, mostre e lavori musicali sperimentali (anche in collaborazione con Rai Trade); ad aggregare e coinvolgere il proprio pubblico attraverso una vitalità culturale non comune, di recente estesa ai temi della Decrescita, come dimostra anche il successo dello spettacolo toscano “Orti Insorti”, con ingresso a baratto, messo in scena nel Casale, fuori Roma, ristrutturato sempre dai ragazzi del Rialto e trasformato in azienda agricola biologica a vocazione didattico-culturale.

Dal mese di marzo, malgrado i continui successi (sul piano della qualità culturale e anche dei numeri, cioè del vastissimo riscontro di pubblico) il Rialto è finito in un mare di guai. Una prima ispezione delle autorità di polizia ha condotto al sequestro dei bar interni, contestando l’inadeguatezza delle autorizzazioni alla somministrazione di bevande: la materia è controversa, dopo il riconoscimento del ruolo sociale del Rialto da parte del Comune di Roma, e sarà necessariamente chiarita in sede legale. Di recente, le autorità hanno provveduto al sequestro di altri spazi, decisamente strategici per l’attività culturale: la sala teatrale e il cortile interno. A questo punto, protesta il Rialto, è in gioco la sopravvivenza stessa del centro.

In attesa che la questione venga risolta (per una felice soluzione, il Comune di Roma aveva recentemente ribadito il proprio impegno, prospettando al Rialto una ricollocazione del centro culturale in uno spazio non lontano ma meno affollato, quindi con minori problemi di vicinato) resta grande l’incertezza sulla sorte di questo anomalo presidio culturale, unico in Italia, contro la cui chiusura sono scesi in campo – attraverso un appello, pubblicato sul sito www.rialto.roma.it - alcuni dei migliori nomi della cultura italiana, da Mario Martone a Citto Maselli, da Franco Quadri a Goffredo Fofi, dalla presidente del Premio Solinas a uomini di spettacolo come Claudio Santamaria, Daniele Vicari e Ascanio Celestini, nonché giornalisti, critici, politici della sinistra militante e i direttori artistici di alcune delle più illustri realtà teatrali italiane, da Torino a Genova, da Bologna a Milano, da Venezia a Perugia.

Il rischio è che, ancora una volta, l’Italia disperda una parte del suo patrimonio culturale, faticosamente costituito. Attraverso la sua giovane impronta decisamente europea, aperta alla filosofia dell’open source in una logica di network leggero, dinamico e informale, il Rialto rappresenta un caso unico in Italia: non solo per la qualità dell’offerta, riconosciuta a livello internazionale, ma anche per la qualità della gestione. La completa autonomia finanziaria del centro è infatti quasi uno scandalo, nell’attuale panorama dell’amministrazione pubblica della cultura nazionale, spesso sorretta da cospicui contributi, in molti casi elargiti – come da più parti rilevato – senza un adeguato riscontro di pubblico e critica.

Lo “scandalo” del Rialto è la sua indipendenza vincente, che ha assicurato numeri da azienda culturale importante, conseguiti grazie ad un’enorme mole di lavoro volontario. Le sole entrate del Rialto, infatti, sono venute dallo sbigliettamento degli spettacoli e dai proventi dei piccoli bar interni. In tal modo, il Rialto ha mantenuto la propria totale autonomia, finanziaria e quindi anche politica, rifiutando ostinatamente finanziamenti pubblici. Un esempio di auto-produzione che, in Europa e in tutto l’Occidente, sarebbe preso a modello. Da noi invece, a quanto pare, si cerca di contrastarlo in ogni modo.

Se infatti i problemi burocratici sollevati recentemente andranno certo risolti nel modo più opportuno, nel pieno rispetto della legge, non stupirebbe se il silenzio assordante che circonda la vicenda si spiegasse anche con l’oscuro imbarazzo che il Rialto può effettivamente suscitare, presso fornitori culturali di minor prestigio ma molto più costosi, e che – a differenza del Rialto – gravano considerevolmente sulla spesa pubblica e quindi sui contribuenti, ai quali non riescono però a garantire un’offerta di qualità paragonabile a quella del laboratorio creativo romano.

Di recente, ha scosso l’intero ambiente culturale italiano l’inchiesta piemontese del Premio Grinzane Cavour. A prescindere dai risvolti giudiziari, sui quali la magistratura si deve ancora pronunciare, è emerso in quel caso l’evidente sproporzione tra l’investimento pubblico e il risultato atteso. Se il caso tutto piemontese del Grinzane rappresenta forse l’esempio più allarmante di cattiva gestione pubblica della cultura, il “saper fare” del Rialto di Roma, al contrario, dovrebbe costituire un modello positivo, da incoraggiare e riprodurre: a maggior ragione in una fase come l’attuale, segnata da crescenti difficoltà economiche.

7 giu 2009

Vi Invito tutti ad un appuntamento al quale non si deve assolutamente mancare.

Shaker Party!! - Circolo degli Artisti, Roma


Domenica 7 giugno 2009
Shaker Party!!
- Circolo degli Artisti, Roma -


Domenica 7 giugno'09 presso il Circolo degli Artisti di Roma, le crews romane - Amigdala, Elsewherefactory, Frangette Armate/Rocketto, Meat Pie presenteranno il terzo appuntamento con il nuovo party mensile della Capitale: Shaker Party!
Ricchissimo il programma dell’evento che si aprirà alle 16 con l’happy hour in piscina: music,fruits and fun!
A seguire, dalle 19,si terrà l’APERITIVO in giardino, il MERCATINO SWAP - l'arte del baratto (a cura di ROCKETTO) e GARDEN EXPO - SHAKE your ART: gli artisti presenti condivideranno per una sola sera un'esperienza, uno spazio espositivo per esprimere la propria creatività, liberi da imposizioni tematiche e stilistiche in perfetta filosofia SHAKER. Nell’area proiezioni invece QUEER IN ACTION presenterà:'SHORT SHORTS' , rassegna primaverile di cortometraggi a tematica LGBTQ . E, a seguire, il concerto in giardino di THE SMOCKER'S TRIO MANOUCHE: www.myspace.com/troublevsg
lue
Alle 22 sul palco centrale del Circolo degli artisti saliranno i TROUBLE VS GLOU con il loro live concert. I visual saranno di Paconazim e Zigoti.
Nel corso della serata, inoltre, saranno esposte, le opere degli artisti del collettivo Sguardo Contemporaneo: Giacomo De Panfilis, Massimo D’Alessandro, Serena Facchin e Nicol Vizioli.
Per tutta la serata, Strongart hairfashion, con la truccatrice Sugoski si prenderanno cura del look del pubblico per soli 5 euro e il ricavato sarà devoluto ai terremotati dell'Abruzzo.
Sarà, infine, presentata la collezione '09 di ELETTROCHIC - punk&street atelier.

Il party sarà accompagnato per tutta la serata dal dj set di CIVITILLOVIC & PENSOVIC form TAPE PARTY!


L'ingresso è gratuito!!


SHAKER! easterparty!
www.myspace.com/sha
kerparty
info tel: 392.09.29.671

info place :
Circolo degli Artisti
Via Casilina Vecchia 42
tel. 06 ...
www.circoloartisti.it
www.myspace.com/circolodeg
liartisti

1 giu 2009

La Palestina, Roma, il mondo intero. "Aktivamente" per essere partecipi della crescita Palestinese



Si è proposta al pubblico, ieri sera, la splendida iniziativa organizzata dall’ Ass. Aktivamente e che porta il nome di “Cartelle scolastiche per i bambini di Gaza”, lo ha fatto nella splendida cornice del Circolo degli Artisti di Roma portando, gratuitamente, in mostra artisti giovani delle più disparate arti.


Si è passati dall’ebrezza arrecata dagli scatti del meraviglioso Luca Tommasini che con le gigantografie dei suoi scatti, rigorosamente in frac (bianco e nero), ci ha fatto vivere dei momenti quotidiani della vita dei pescatori, bambini compresi, i suoi scatti parlano direttamente al cuore e ti lasciano quasi senza fiato nell’ammirarne la bellezza e al tempo stesso la semplicità; giochi di luci e scenari sono di sicuro il loro forte; altrettanto al cuore parlano gli scatti “rubati” alle giornate palestinesi dell’altrettanto brava e ancor più giovane Ada Lombardi che in un tripudio di colori ci ha fatto vivere la vita di tutti i giorni in quel di Gaza e non solo facendoci quasi toccare con mano le similitudini tra gli uomini di tutto il mondo e facendo così risaltare, a occhi ben attenti, quanto possa essere stupido ridurre il pianeta in un separatismo pre-organizzato di nazioni e continenti che tendono sempre più, anziché far svanire questo peccato, a distinguersi come razze diverse, quasi come fossero dei branchi.

Un altro bellissimo momento è stato quello dedicato al fumetto live.

L’artista Samir Harb di Ramallah ci ha concesso invece dei veri e propri momenti di creazione live.

Un piccolo banchetto, a strettissimo contatto con il pubblico, una video proiezione su maxischermo all’interno della sala, ci ha trasportati nel fascino immenso della costruzione dei fumetti, dal foglio bianco sino alla pagina fumettistica completa; un lavoro il suo, fatto con estrema professionalità e un’ incredibile modestia e senso di fratellanza che si è profuso tutta intorno a coloro i quali hanno potuto con lui avere dialoghi aperti durante tutta la serata e momenti di scambio anche solo nel contempo dell’esibizione.

I suoi fumetti, ovviamente anch’essi in mostra ci hanno fatto tornare un po’ bambini ma con il beneficio della ragione dei grandi, pubblico quest’ultimo, a cui sicuramente gli stessi sono rivolti, portando con sé tutto il vissuto da palestinese ma al contempo da cittadino del pianeta.

Ringraziamo quindi l’organizzazione di Aktivamente e quella del Circolo degli Artisti che hanno collaborato egregiamente e a scopo benefico per portare a termine una serata cotanto importante nella quale si sono svolti anche svariate altre cose tra i quali: momenti di workshop di cucina, esibizioni di danze palestinesi, giocoleria, e persino un dibattito su Gerusalemme e i problemi di identità, discriminazione e occupazione, il concerto live dei Checkpoint 303, una piccola sfilata di moda palestinese e i momenti di poesie musicate che ci hanno fatto sognare come ben poche volte si riesce a fare.

Auspicando che aumentino sempre più le serate a favore di queste iniziative così importanti e che le stesse possano godere dello medesimo numeroso pubblico ringrazio nuovamente le due Associazioni per il lavoro egregiamente svolto.

Carlo Lo Monaco

Roma 01-06-‘09