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2 ago 2009

Google sfida Microsoft, Pronto il sistema operativo


Il Google Chrome OS sarà open source (cioè liberamente modificabile dagli utenti) e farà la sua comparsa su alcuni modelli di pc portatili nella seconda metà del 2010 di ALESSIO BALBI

SUN VALLEY - L'attacco al cuore di Microsoft è stato lanciato: Google ha appena annunciato la nascita di un suo sistema operativo, diretto concorrente del dominatore Windows. Il Google Chrome OS, questo il nome del prodotto, sarà open source (cioè liberamente modificabile dagli utenti) e farà la sua comparsa su alcuni modelli di computer portatili nella seconda metà del 2010.

E così, dopo essersi messa in diretta concorrenza con Microsoft Office e Internet Explorer, lanciando propri programmi per la videscrittura, il calcolo, la navigazione in rete, Google ora tenta di colpire il gigante di Redmond dove fa più male: nel campo dei sistemi operativi per personal computer, dove Windows regna praticamente incontrastato da decenni.

Secondo quanto annunciato da Google sul suo blog ufficiale, Chrome OS sarà pensato per un nuovo tipo di panorama informatico, nel quale i computer sono sempre più rivolti a internet. In questo senso sarà la naturale estensione di Google Docs (la suite di software online per l'ufficio) e del browser Google Chrome. "Gli attuali sistemi operativi sono stati disegnati in un'era nella quale non c'era il web", spiega Sundar Pichai, VP Product Management and Linus Upson, Engineering Director di Google. "Il nuovo sistema operativo dovrà essere veloce e leggero, dovrà avviarsi e portarti in rete in pochi secondi". Per questo, i primi computer a dotarsi del Google Chrome OS saranno i netbook, i piccoli portatili di ultima generazione pensati per gli utenti che hanno bisogno di lavorare e accedere a internet in mobilità.

Google era già presente nei sistemi operativi con Android, il suo prodotto per i cellulari. Chrome OS, che avrà un cuore Linux, potrà essere usato tanto sui portatili che sui computer desktop più potenti. A maggio 2009, secondo i dati forniti da NetApplications, Windows era presente in oltre l'87 per cento dei pc. Al momento, il concorrente più significativo è il Mac OS X, con il 9,8 per cento. I vari sistemi operativi Linux si dividono attualmente circa l'1 per cento del mercato.

(8 luglio 2009)

29 apr 2009

"Neutralità web sotto attacco"

Tutti contro la direttiva dell'Ue
Gli utenti del web e i provider chiedono ai parlamentari europei di fermare la direttiva "Telecoms Package", che darà ai gestori telefonici il potere di modificare le condizioni nelle quali usiamo le applicazioni più comuni, come Skype e Facebook di VITTORIO ZAMBARDINO

"Neutralità web sotto attacco" Tutti contro la direttiva dell'Ue
C'è una lettera molto lunga, mandata qualche giorno fa al parlamento europeo. Si trova sul sito di AssoProvider. E' in inglese e usa un po' di gergo. Può sembrare uno di quegli allarmi da sesso degli angeli, di cui interessa qualcosa solo agli specialisti. E invece è una cosa molto urgente, molto seria. I firmatari chiedono ai parlamentari di pensarci bene prima di votare la direttiva "Telecoms Package", ormai in fase di approvazione. Perché con quel testo - dicono - c'è il rischio di approvare anche una sorta di apartheid elettronica che apparentemente riguarderà i dati, cioè le cose inanimate. Ma poi avrà a che fare con le persone. Ecco di cosa si tratta.

Facciamo un passo indietro che ci aiuta a capire. A metà del mese di aprile, T-Mobile, la grande azienda di telefonia cellulare tedesca, una delle prime al mondo, ha comunicato ai suoi utenti che l'utilizzazione di Skype per chiamate in "voice over IP" dal cellulare sarà fortemente limitato.

Ecco, la direttiva Telecoms package promette di produrre effetti simili a questo e su un ampio arco di servizi. Perché alcuni emendamenti daranno ai gestori telefonici il potere di modificare le condizioni nelle quali usiamo le applicazioni più comuni.

Così Guido Scorza, giurista e presidente dell'istituto per le politiche dell'Innovazione, uno degli organismi firmatari della lettera: "Bisogna immaginare il gestore di un autostrada che a un certo punto decida di incolonnare tutte le auto gialle su un casello e tutte quelle rosse su un altro. E che decida di far andare le auto gialle al doppio della velocità di quelle rosse. O di dare la precedenza a quelle che portano il suo marchio, quello del gestore, perché sono le 'sue' auto".

Fuor di metafora, Scorza intende dire che l'accesso a Facebook, per fare un esempio, potrebbe essere reso relativamente più lento rispetto a quello di un film che viene venduto dallo stesso fornitore di accesso. Oppure questi potrebbe porre limiti quantitativi all'uso di servizi non collegati alla propria offerta o ritenuti marginali. O ancora: che una volta violata la parità tra tutti i diversi servizi, potrebbero esserci offerte commerciali tese a risolvere il problema creato dallo stesso comportamente del provider: dammi 2 euro per avere Facebook più veloce oppure "più collegamento" a Facebook. E il bello è che sarebbe tutto legale.

"Se la direttiva passa - aggiunge Scorza - il diritto ad accedere ad ogni genere di informazione, il diritto ad utilizzare qualsivoglia tipo di applicazione attraverso la Rete che i 'netizen' hanno sin qui ritenuto di avere nonostante frequenti violazioni da parte di taluni ISP verrà limitato 'per legge'. A quel punto che il provider 'scelga' cosa far vedere, leggere e sapere ai suoi utenti non costituirà più un aspetto patologico ma la regola, un po' come avveniva ieri nell'era della vecchia e cara TV, nella quale pochi padroni dell'etere decidevano chi ci teneva compagnia a pranzo, con chi avremmo dovuto cenare e dinanzi a quale salotto ed ascoltando quali idee avremmo dovuto addormentarci. Si tratterebbe solo di 'variazioni dell'offerta commerciale': meno informazione e più intrattenimento o, magari, meno politica e più gossip."

Fin qui Scorza. Che tutto ciò rappresenti una palese infrazione di quella sorta di "par condicio" dell'accesso internet, che va sotto il nome "neutralità della rete", sembra ai firmatari della lettera fuori discussione. E sembra anche foriero di ulteriori gravi violazioni.

Da"La Repubblica"
(28 aprile 2009)

24 mar 2008

RUTELLI RUTELLI.... MA COME PARLI????



ED ECCO A VOI IL VIDEO DI PRESENTAZIONE DEL SUPERCENSURATO E CHIUSISSIMO SITO DEL MINISTERO DELLE ATTIVITA' CULTURALI, DEL RESTO A VEDERE COME PARLA IN INGLESE IL NS MINISTRO RUTELLI DIREI CHE HANNO FATTO PIU' CHE BENE A OSCURARE UNA VERGOGNA SIMILE, DALTRONDE IL DOMINIO "WWW.ITALIA.IT" E' STATO GIUDICATO IL PEGGIOR SITO INTERNET D'EUROPA IN POCHI MESI DI PUBLICAZIONE, E DIRE CHE CI E' COSTATO ( A DETTA DEI GIORNALISTI) SOLTANTO 4 MILIONI DI €; RUTELLI NON VORREI DIRTELO MA DEVO... UNO DEI MIGLIORI DOMINI PUO' COSTARE SINO AD UN MAX DI 100€ ALL'ANNO E UN OTTIMO WEB MASTER & DESIGNER PUO' COSTARE DA 1.000 A 1500 € AL MESE (CONTRIBUTI ESCLUSI... MA DEL RESTO A TE CHI TI CONTROLLA MR. 4 MILIONI ). RUTELLI RUTELLI RUTELLI.... TE LO DAREI IO IL TAPIRO.... MA IN TESTA TE LO DAREI... E MAGARI ANCHE CON UN BEL DIZIONARIO DI INGLESE ALLEGATO....