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13 set 2010

Risposta a Luigi Sabino di "Strozzatecitutti.info"

Scusandomi di questo fuori programma ma è un pò come fosse una lettera aperta a tutti gli effetti.

Articolo causa di questa mia nota:  "La potenza del Silenzio" - L. Sabino




Vorrei proprio conoscerlo il sig.r Sabino che scrive un articolo così leggero e frivolo in materia di mafie. vorrei proprio comprendere come si possa farlo uscire un articolo del genere  proprio quando il Sig.r Maroni ci ha appena raccontato la bufala dei loro splendidi risultati in materia di antimafia e nonostante tutto le violenze fisiche e psicologiche siano aumentate apparentemente del 350 % in soli due anni dopo oltre 15 anni di quasi totale quiete militare (intesa come criminale).

Ritenere ad oggi che la mafia sia semplicemente quella di un tempo è una mossa di sottovalutazione del problema, siamo tutti d'accordo che mancanza di violenza non è sinonimo di legalità, ma ammettremo, voglio ancora sperare, che scrivere di mafia in termini anacronistici come questi, solo perchè si è letti un libro di Saviano, tagliando fuori dall'argomento decenni di dimostrazioni contrarie a queste teorie è uno scempio.

Dimenticare di parlare come non siano più i tempi di una volta, non siano più le sole lotte tra fazioni rivali o regolamento di conti con appartenenti ai gruppi criminali a farla da padrone in termini di violenza, bensì lo siano tornati ad essere proprio le minacce, se non attentati o omicidi già compiuti, a: giudici, sindaci, magistrati, negozianti non aderenti al sistema "Pizzo" ed altro altro ancora; roba questa, degna del ben peggiore periodo degli inizi degli anni '90 ("anni del tritolo"); roba che oggi persino Falcone e Borsellino rabbrividirebbero.

Mi spiace ma sopportare di leggere un articolo del genere dove si debba fare da insegnanti di demagogia pura, controversia ancor più populista del populismo stesso di cui si fanno garanti ed improvvisatori le nostre istituzioni proprio diventa intollerabile.

Ecco appunto che ribadisco, vorrei conoscerlo il Sig.r Sabino che questo articolo l'ha scritto firmato e condiviso, vorrei conoscerlo e confrontarmici, vorrei che mi spiegasse fatti di mafia che ancora non conosco, vorrei proprio che anzichè parlare di populistiche visioni ed insegnamenti si parlasse di mafia nel 2010 e non di mafia del XVIII secolo.

Carlo Lo Monaco

1 lug 2010

Lettera Aperta a Sonia Alfano - Carlo Lo Monaco















Buongiorno Sig.ra Sonia Alfano, perchè prima di tutto Sig.ra e poi attivista politica è quello che mi preme sottolineare; mi preme scriverle perchè non ce la faccio proprio più,
è anni che sopporto, guardo, sbircio e vengo a conoscenza ogni giorno di tutte le orrende vicende che in questo paese provengono dalla politica e che non fanno altro che infangare e sbeffeggiare la vita di tutti noi liberi cittadini che ogni giorno dobbiamo preoccuparci di fare del nostro meglio per andare avanti, per essere retti e leali nonstante gli stenti economici, per cercare di costruirci un futuro più o meno decente per i ns (si spera) figli che verranno, se verrano;

facendola breve e poco sentimentale mi urge chiederele direttamente se c'è ancora uno spiraglio, un barlume di decenza o pretesa della stessa in questa nazione che tanto amo e tanto odio contemporaneamente (sentimenti cos' contradditori da non poter essere altro che sinceri, umanamente parlando).

Veda, non solo mi sento offeso come italiano dalle parole di Dell'Utri che reputa Mangano il suo eroe personale e che questo non comporti nessuna conseguenza immediata all'interno del nostro sistema oramai mangiato dalle "tarme", non solo devo vedere che il pdl fa quadrato a difenderlo, la stampa di "Regime" idem e via dicendo, tutte vicende sufficientemente messe in luce anche se senza conseguenze queste, ma una cosa che mi indigna veramente parecchio degli ultimi due giorni di politica e di stampa nazionale sono le parole di Amedeo Laboccetta, deputato napoletano del Pdl, componente del direttivo a Montecitorio e membro della commissione Antimafia, che vengono pubblicate su questo articolo comparso su "libero" del 29 Giugno a seguito della sentenza sullo stesso MAFIOSO Dell'Utri.
Art.: http://www.libero-news.it/news/443269/Mafia__Laboccetta__Pdl___Dell_Utri_innocente_doveva_essere_assolto.html

(le ho lasciato l'indirizzo internet dell'articoletto, di poche parole ma distruttive e di grandissima rilevanza sociale e politica)

Mi indignano per due semplicissimi e di norma palesi motivazioni, la prima è che mi chiedo come si possa permettere un membro di della commissione antimafia di inveire con illazioni su una Corte di Assise che ha giudicato in fatti Mafia senza che nessuna forza politica puntasse i piedi per sottolineare quanto questo sia inaccettabile e quantomeno di dubbio valore della stessa commissione antimafia, e la seconda cosa è che... io da palermitano di 31 anni, carissima Sig.ra Alfano, sono cresciuto negli "anni di Tritolo" della nuova era, negli anni della costruzione di questo sistema perfettamente organizzato, ho conosciuto e dovuto convivere in terra e quartiere con le stesse persone arrestate nel mese di giugno a palermo per pizzo ed estorsione, ho dovuto vedere gente essere costretta a chiedere il permesso di aprire un attività concordando le percentuali di "protezioni" dovute prima ancora di poter ottenere la licenza commerciale, ho visto e conosciuto vittime e aggressori di una città che di Mafia vive, sopravvive e si autoalimenta nella paura.

conosco metodologie, crudeltà, cruenza, favoritismi e soprattutto conosco l'inermità della forza dei palermitani che in migliaia si sono sempre battutti contro tutto cio' ma che per aprire anche solo una sede per combattere la mafia in quegli anni avrebbero dovuto chiedere "L'autorizzazione" per l'apertura e si sa... non sarebbe mai stata concordata.

conosco dentro di me il peso della mafia nella vita quotidiana, si insinua fin dentro i sogni dei giovani che devono crescere e decidere del proprio futuro, costringe i cittadini a pensare che l'unico modo di seguire proprie ambizioni e sogni sia quello di abbandonare quello smeraldo che è la sicilia per andare in altri posti dove la Mafia non esiste... vede.. io l'ho fatto purtroppo, ho lasciato la mia terra, ho scoperto che avevo torto, ho scoperto che tutti avevamo torto, ho scoperto che quasi sempre chi riesce è perchè ha utilizzato quelle amicizie palermitane anche al di fuori dell'Isola.

Adesso detto e spiegato tutto questo... mi chiedo .. come posso accettare che dopo tutto questo vissuto, dopo aver creduto profondamente che Falcone e Borsellino sono i miei veri eroi, dopo aver udito con le mie orecchie il sordido rimbombo di quelle bombe, dopo aver manifestato per anni contro tutto questo, dopo aver rischiato la mia vita tutti i giorni in quel territorio, dato che la mafia ce l'hai sempre accanto anche quando vai in discoteca a ballare, dopo aver atteso che le commissioni antimafia svolgessero il loro lavoro senza possibili infiltrazioni e corruzioni nel loro interno, dopo aver sempre perseguito che la legalità è l'unico vero modo di combattere la mafia e la corruzione e aver sempre ripudiato i metodi semplici di "Io ti conosco, so chi sei e cosa fai e quindi ti sparo" per non abbassarsi ai loro stessi livelli, dopo una intera vita che oggi a 31 anni dovrebbe cominciare a dare i suoi frutti e che invece continua ad essere sempre più traballante, dopo aver visto che questo stato è fin troppo fondato sulla corruzione, l'illegalità e i legami con la mafia stessa, come posso accettare di sentire le parole di quest'uomo e non sentire da parte di nessuna forza politica nè rappresentati dei media e della stampa che proprio oggi andrò anche io a difendere a piazza navona in Roma, parole altrettanto pesanti che sottolineino la pericolosità di queste dichiarazioni ?

Come posso accettare tutto questo?
Come si puo' restare a braccia conserte davanti a tutto questo??

io chiedo quindi solo un unico vero atto pesante tanto quanto pesante sono le parole in questione, chiedere dimissioni immediate di questo "pseudo difensore" dello stato e immediate anche indagini sui motivi di interessi su tali dichiarazioni.

Non posso più tollerare che persino chi dovrebbe difendere il paese contrastando la mafia abbia a ben dire dei suoi stessi componenti di spicco e di rilevanza nel gioco dei potenti di questo paese.

non ci si puo' piegare a tutto ciò se non sentendosi vili ed essendo consapevoli di essere anche un po' mafiosi nel proprio interno accettandolo.

adesso la ringrazio e la saluto, auspico una lotta anche e soprattutto su questo fronte poichè reputo fatica sprecata chiedere verità e giustizia, chiedere di "ritrovare" (anche se la sappiamo già distrutta al 99,9 %) l'agenda rossa di borsellino se poi la stessa rischierebbe di non essere messa agli atti come prova; lo dimostra persino la più semplice valutazioone di non attendibilità di Ciancimino Jr... non credo di dover spendere parole in merito.

Cordialmente, sentitamente e con l'auspicio di buon lavoro,

Carlo Lo Monaco.

Lettera aperta a mio figlio che verrà - Blog di Simone C. Tolomelli

Ciao,

non so come ti chiamerò, non so il tuo sesso. Spero che sia femmina, per il maschio mi sono già messo d'accordo per scambiarlo su eBay con un basso Höffner (pickup Gibson). Non so molto di te, eppure ho un sacco di cose da dirti perché so un sacco di me. Tua madre prima o poi ti farà un quadro tra il ridicolo ed il pietoso ma sappi che c'è stato un tempo in cui su FaceBook avevo un sacco di amici. Anzi ci fu pure un tempo in cui avevo le grupies, poi è arrivata tua madre e ha disperso cianuro di potassio nelle bottigliette da mezzo litro d'aranciata (sai, erano minorenni) e mi sono trovato con molte meno lettrici. Intere classi di liceali evaporate.

Ho acquisito più fiducia in me, molto a lungo sono stato una persona interessante e "simpatica"; mi adoperai per attenuare i picchi di una depressione bipolare troppo marcati, la trasformai in un qualche cosa di esistenziale, la interiorizzai ne feci quasi un bonsai di cui avere cura ma non paura. Con pazienza divenne parte di quello che sono stato, immanente, pulito. Addirittura, da un certo punto di vista, sereno. Quel che non ho mai fatto è stato smettere di cercare.

Insomma ti scrivo perché spero che quando ti capiterà di avere tra le mani quanto sto facendo, vorrei tu non lo capissi. E che tu debba cercare qualcuno per tradurlo, perché sarai un meraviglioso cittadino del mondo che da suo padre ha imparato a sufficienza perché almeno la lingua dei propri genitori si sia dimenticato di prendere in considerazione; magari poi qualche cosa ti abbiamo passato e non l'avremmo voluto, credi, e ti viene da pensare che se parcheggi "per un attimo" in doppia fila non succeda niente, non è vero ma non te fare un cruccio: sono i geni, siamo fatti anche così. È il motivo per cui ci siamo estinti e voi stranieri siete i padroni del mondo, dal Colosseo alle spiagge che un tempo furono italiane. Oggi sono vostre, le trattate meglio, le usate meglio, avete sconfitto tutto e tutti. Non c'è più nessuno che parli ad alta voce, nessuno ti chiama "capo" ed avete fatto un museo sulla Mafia per cercare di spiegarla, per capire almeno un pochino come avesse potuto essere quella piaga endemica che fu. Chi non possiede un DNA che contempli (anzi inciti) alla scorrettezza si trova spiazzato, lo capisco, eppure comandarono, noi c'eravamo, me lo ricordo. Non ho visto i Beatles ma ho contato i mattoni del muro di Berlino e visto uccidere dal mio stesso Stato uomini e donne che combattevano in suo nome contro un nemico che nemico non era. Tu, questo, non è importante lo sappia: io credo nell'oblio, e nelle mezze verità. Quelli che "dico sempre quello che penso" li trovo piuttosto stupidi, nessuno ti chiede di dire mai tutto quello che pensi, tientelo per te, ha molto più valore.

E non sprecare tempo a dire al mondo quanto non vada, ma cerca di essere il vero leader delle cose che funzionano. Sai, un giorno accadde che nonostante tuo padre li avesse avvisati (già avevo perduto le grupies e in più non contavo niente) il Governo fece passare una legge che permetteva agli insegnanti di religione di partecipare agli scrutini scolastici di fine anno e quindi in questo modo aiutare o meno questo o quell'altro ragazzo in un momento così particolare della sua vita, quale è il percorso scolastico. E l'infanzia, sino all'adolescenza. Dissero che non si sarebbe voluto discriminare sei milioni di studenti cattolici e per questo motivo era meglio correre il rischio di creare un muro socio-culturale e religioso attorno alle scuole in modo che sempre meno potessero incarnare quel fondamentale epicentro di multiculturalismo e aggregazione di cui avevamo bisogno. Gli stessi studenti ebrei, mussulmani, induisti, atei, e di qualsivoglia altro credo o non-credo vennero lasciati in balia del caso, nei fatti etichettati come "diversi" e deficenti di "quell'aiutino", che poteva arrivare in caso di media traballante, da un insegnante che nulla insegnava quanto invece non avesse in dovere di catechizzare. Il catechismo, per tua cultura personale, è quando a prescindere che ti interessi o che tu lo voglia, ti raccontano le prodezze di un uomo meraviglioso esistito migliaia di anni fa e che chiamarono Gesù Cristo. Ebbe la grande idea di dire di essere il figlio di Dio, lo disse ricordando che tutti siamo figli di Dio, e per questo tutto filava. Migliaia di anni fa il mondo era molto differente da quello che conosci adesso. Non c'era il libero pensiero, l'essere umano non percepiva se stesso, comandavano i culti e le paure, il buio dell'oltranzismo. Purtroppo si dovette aspettare molto a lungo perché il lume della ragione ricalibrasse i pesi sulla bilancia. Un illuminista come Gesù Cristo venne ucciso perché parlava di amore, uguaglianza, integrazione, bontà. Sembra sciocco, lo so, ma è andata così. E pensa, oltre il danno la beffa: su quelle stesse idee incredibili sino al giorno prima, fu costruita la più abominevole maledizione che la razza umana abbia mai conosciuto: la chiamarono Chiesa, ecclesia, colei che attrae, che invita, che raggruppa. Chi, tutti? No, alcuni.

Poi c'erano i diversi. Negli anni i diversi hanno preso varie forme. Oggi "diversi" è una sorta di metonimia per dire "le persone con inclinazione sessuale differente da quella accettata come normale", una devianza. La psicologia moderna, soprattutto quella che si occupa del comportamento umano, non sa definire il concetto di "devianza", forse voi ci sarete riusciti ad oggi non l'hanno fatto e vige un po' la legge del più forte, se tutti fanno così, così è giusto. Concetto smentito dall'affaire "mosche, merda, milioni" ma te ne parlo un'altra volta.

Uomini che amano altri uomini, donne altre donne, loro sono i diversi: ad oggi li pugnaliamo, spero che tu e il, o la tua, partner possiate vivere in un mondo migliore dove differenze tra sé e gli altri possano generare più una spasmodica curiosità intellettuale che un pragmatico ed animalesco istinto alla protezione. Spero che tu stesso possa aver deciso chi essere sulla base di quel che ti senti di essere; io e tua madre so che avremo fatto tutto quello che ci è in potere per darti la forza di essere qualcuno, pieno, degno, unico.

Qualcuno che sappia dare il giusto peso al gioco del calcio, cui non venga in mente di fondarci una nazione, ad esempio. Qualcuno che capisca che quel che l'ha preceduto ha un effetto fondamentale su ciò che seguirà e che per questo la responsabilità delle proprie azioni è l'unica cosa di cui prendersi veramente cura. Il coraggio e la responsabilità. Qualcuno la cui vita sia fatta di pienezza non ha di che rammaricarsi. E non significa che sia facile. È difficile e pericoloso, è stancante e doloroso, ma la vita è quella, solo quella. Il resto, questa è di un mio caro amico e la uso sapendo che apprezzerà, è soltanto la scelta di quale vestito indossare al proprio funerale. Decidi per come meglio credi, ma ascoltami prima: ci sono cose che non servono ed altre vitali. Non è detto che il mondo attorno a te si distribuisca sensatamente su quanto di esistente ma tu non andare in giro a caso, non è divertente né utile e ti ritrovi, un giorno, vecchio e solo con in mano un pugno di mosche. Metti in tasca tutto ciò che di volta in volta si avvicini a te con valore e non sperare sia infinito, spesso sono pochi grammi di amicizia, alcuni sorrisi, certi momenti speciali che restano nella mente come frazioni di secondo profumate. Quella è una vita che saprà farti compagnia quando sarai da solo, e sarai da solo, quasi sempre. La notte, il giorno, in bagno. Basta nulla e sei da solo e se ti stai antipatico, perdonami, sono cazzi.

Te l'ho detto, ci ho provato, non so chi tu sia, ma so chi sono io, e posso immaginare un pochino chi potresti essere almeno in parte. Cerca di ascoltare buona musica, se puoi, se vuoi, chiedi chi erano i Beatles, Bach, Glen Gould, Chopin, i Beach Boys, cose così. Tu provaci se vuoi. Leggi un po', magari non tantissimo, ma un po' sì. A me deprime molto e lo faccio raramente, ma il mio è un problema, una specie di sindrome, una sensazione di inadeguatezza troppo grande da sopportare, se a te non capitasse allora aggirati fra i libri coltivando buone speranze perché di solito, insieme ai gatti, è difficile che ti deludano.

Cerca di fare il possibile, ecco, perché già quello è impossibile. E non fare l'impossibile perché non serve, perché non è utile né sano, e sappi che, sì, molte cose sono difficili e quel che non lo è di solito è un pacco. E se hai una dote, una qualunque, allora sarà ancora più difficile e non è un dono, è un impegno. Abbi la gentilezza e l'educazione di studiare per tutti quelli che quella dote non hanno. Non fare come me. Non aver terrore di te stesso, non essere pigro perché trovare una scusa è un attimo e ti metti in pace con il mondo ma cominci una guerra contro te stesso.

Ora ti bacio, perché infondo ho scoperto che solo i baci sono in grado di dire tutto questo e molto di più, in molto meno e con qualche brivido. Quindi immagina che tutte queste parole siano una marea di piccoli baci che prelude, nel suo piccolo modo verboso, a tutto quello che un giorno saprò fare per te.

E vuol dire che non c'è nulla che io non possa fare per te.

30 giu 2010

Lettera (che non verrà mai pubblicata) al Direttore di Repubblica




Caro Direttore

Chi ti scrive è un collega (se un free lance può essere definito tale) stanco di un paese che diventa sempre meno normale.
Ho sempre vissuto con l'idea che il giornalismo fosse una missione alta.
Un servizio per la gente, da vivere e scrivere come un dono, senza volerne nulla in cambio.
Quando gli obiettivi sono cosi utopici, di conseguenza alti diventano i "poteri forti" con cui ti scontri.
Lì cominciano le vie crucis tra comandi dei Carabinieri e Questure per "declinare le generalità". Le telefonate alle 8 di mattina di solerti funzionari delle forze dell'ordine che ti avvertono di querele in arrivo. Le lettere a casa, con tanto di marchio dell'Arma, che ti "intimano" di presentarti urgentemente al "più vicino comando".
Poi le notifiche nel quale si evince che il Pm per "la complessità della vicenda giudiziaria" chiede altri sei mesi di proroga per le indagini preliminari.
Poi il Giudice che rimanda tutto per appurare il caso.
E il tempo passa.
Tutto questo perché hai scritto un pezzo in cui venivano riportate le dichiarazione di un mafioso, collaboratore di giustizia, che declinava, con dovizia di particolari, le presunte attività illecite del Senatore Cuffaro e della sua famiglia in terra di Sicilia.
Di mafia non si deve parlare, me che meno se sei nato nello stesso comune del senatore e non l' hai mai baciato.
La cosa inquietante è la certezza che non finirà mai, che dopo questa querela ne arriveranno altre. Perchè "Loro" sono potenti e tu no. Perché "loro" hanno i mezzi e tu puoi contare solo su un pugno di amici e sul tuo avvocato (con la speranza che non ti presenti mai la parcella). Perché i condannati per mafia siedono in Parlamento e chi li denuncia passa il suo tempo tra Caserme e Questure. Con i volti di chi sta intorno che cominciano ad assumere espressioni dal significato chiaro: "Chi te lo fa fare?". Sinceramente non lo so... amo la mia gente, amo la mia dignità, amo l'Articolo 21, voglio un mondo diverso, non mi arrendo.. Ma oggi sono solo stanco.

Gaetano Alessi Ad Est

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6 ott 2009

Anche Blunotte è un programma pericoloso




Venerdì 2 ottobre, dopo la scorpacciata polemica legata al programma di Santoro, in cui, per la prima volta in Italia, è stata intervistata in TV la prostituta più alla page del momento, cioè la barese Patrizia D’Addario, è andato in onda su Rai3 la prima puntata del programma di Carlo Lucarelli, Blunotte.

Un programma non meno pericoloso per il premier, perchè ha ricordato agli Italiani che l’han visto (certo, molti meno rispetto a quelli di Santoro!) cos’è stata, e magari cos’è ancora la P2, loggia massonica deviata, con a capo il "venerabile maestro" Licio Gelli, che si gode i suoi novant’anni nella splendida villa Wanda nei pressi di Arezzo.

E dove, se non con l’attivismo frenetico d’una volta, che l’età non gli permetterebbe, tuttavia continua probabilmente a tessere quei rapporti ambigui e assai discutibili con chi in questo Paese muove le fila delle trame occulte e non che passano sulla testa di noi poveri ignari cittadini.

La P2, dove la P sta per Propaganda, è stata una associazione segreta, di natura eversiva, con connivenze inconfessabili anche con la criminalità organizzata, di stampo mafioso e non, che ha reclutato personaggi potenti, o che intendevano diventarlo, venuta alla luce quasi casualmente nel 1981.

E che ha rimestato nel torbido, per molto tempo, coinvolgendo tutte le categorie sociali, politiche, economiche, istituzionali. Gli iscritti, oltre 900, sono stati indagati sia da una Commissione parlamentare, presieduta da Tina Anselmi, che ne ha scandagliato le colpe, i reati, i traffici illeciti, i legami anche internazionali, i piani sovversivi. Sia dalla magistratura romana, che invece, con più mitezza, li ha qualificati poco più di un cenacolo di affaristi un po’ sprovveduti.

Ma perchè parlare della P2 in tv può essere pericoloso per il premier?
Berlusconi era uno degli iscritti, col numero di tessera 1816, il quale non ha mai negato l’iscrizione, ma l’ha qualificata una cosa da niente, una "pinzillacchera", come l’avrebbe definità Totò. Neanche un incidente sul percorso luminoso (ma dalle radici oscure) della sua brillante e irripetibile carriera, ma proprio una specie di burletta, un accidente insignificante, un’appartenenza più forzata che richiesta. Insomma una cosa tutta da ridere.

Berlusconi ne ha sempre parlato così, anche quando, nel 1996, la Lega che tappezzava di manifesti la Lombardia, lo chiamava Berluscaz, Berluskaiser, piduista tessera 1816. E tuttavia Berlusconi si è ispirato notevolmente al Piano di Rinascita democratica della P2, elaborato da Gelli e la sua cricca quale progetto per il futuro dell’Italia.
Qualche esempio?

Andiamo con ordine, antologizzando un po’ quel programma, sequestrato quasi per caso nel doppiofondo di una valigia appartenente alla figlia di Gelli, M. Grazia nel luglio 1982. Nella PREMESSA si può leggere:

"3) Il piano si articola in una sommaria indicazione di obiettivi, nella elaborazione di procedimenti- anche alternativi - di attuazione ed infine dell’elencazione di programmi a breve, medio e lungo termine.

4) Va anche rilevato, per chiarezza, che i programmi a medio e lungo termine prevedono alcuni ritocchi alla Costituzione successivi al restauro delle istituzioni fondamentali".

Negli OBIETTIVI, tra l’altro, si legge:
"2) Partiti politici, stampa e sindacati costituiscono oggetto di sollecitazioni possibili sul piano della manovra di tipo economicofinanziario (tutto attaccato n.d.a.).
La disponibilità di cifre non superiori a 30 o 40 miliardi sembra sufficiente a permettere a uomini di buona fede e ben selezionati di conquistare le posizioni chiave necessarie al loro controllo.

3) Primario obiettivo e indispensabile presupposto dell’operazione è la costituzione di un club..."

Per quanto riguarda quelli che Gelli definisce programmi, a breve termine la P2 si propone per quanto riguarda la Magistratura:
"...le modifiche più urgenti (che n.d.a.) investono:

la responsabilità civile (per colpa) dei magistrati (riforma già introdotta e fortemente voluta da Craxi n.d.a.)

il divieto di nominare sulla stampa i magistrati comunque investiti di procedimenti giudiziari,

la normativa per l’accesso in carriera (esami psicoattitudinali preliminari)."
Da ultimo è significativo segnalare (ma ci sarebbe tanto altro ancora da riportare, pari pari dal piano di rinascita!), quanto compare nella sezione PROGRAMMI, sottosezione PROVVEDIMENTI ECONOMICO-SOCIALI:
"- concessione di forti sgravi fiscali ai capitali stranieri per agevolare il ritorno dei capitali dall’estero".

Quest’ultima frase, un po’ ambigua perchè mescola, come se fossero la stessa cosa capitali stranieri e capitali che ritornano, quindi italiani illecitamente portati all’estero, è di stridente attualità!

Questa stringata antologia, del tutto insufficiente a rendere l’idea dell’eversività, dell’anticostituzionalità, in una parola sola, del "golpismo" di quel piano, accende delle lampadine, un’intera sequenza, da far invidia alle luminarie di una festa patronale, nella mente di chi scrive.

E una sola domanda sorge spontanea: possibile?
Possibile tante attinenze col presente? Possibile che il governo Berlusconi stia cambiando il Paese sotto dettatura di un piano di quasi trent’anni fa?
Possibile che questo accada sotto gli occhi distratti di tutti quelli che dovrebbero essere attenti per ruolo istituzionale e sopra la testa dei cittadini ignari?
Possibile. O forse no.

Forse siamo solo malpensanti!

Fonte: http://www.agoravox.it/ANCHE-BLUNOTTE-E-UN-PROGRAMMA.html#

26 set 2009

Fuori Totò Cuffaro dalla Commissione di Vigilanza Rai


Come si dice in Sicilia: "a posto siamo". Nel più totale oblio di tutti gli organi di stampa Totò Cuffaro, condannato per favoreggiamento semplice alla mafia, deputato dell'Udc, è entrato a far parte del consiglio di vigilanza rai.
Non riusciamo ad immaginare che tipo di vigilanza ci possa essere d'ora in poi alla Rai, se mai ce n'è stata.
Non capiamo il silenzio di tutti i media, anche quelli più progressisti, dei partiti del centro Sinistra dal Partito democratico all'Italia dei Valori.
Dobbiamo dedurre che per lor signori è normale che un condannato per motivi di mafia sieda in parlamento e che vigili sulla Tv di Stato?.
Per noi no!!!
Chiediamo a tutti di aderire a questo gruppo;
Di rendere la notizia quando più pubblica possibile;
Di scrivere a Repubblica (rubrica.lettere@repubblica.it) e Corriere della Sera (lettere@corriere.it) manifestando la propria contrariertà.
Un atto per dimostrare come in Italia vi siano cittadini con la testa sveglia e sempre più incazzati.

Gaetano Alessi per Ad Est on line

27 ago 2009

Il disastro mascherato dalla stampa di Sua Emittenza.

Cosa succede a L’Aquila? Visto che l’informazione da lì non arriva, e se arriva sembra talmente rosea da far pensare che ci sia stato un party di veline e politici quando la realtà è che c’è stato un terremoto che ha spazzato via un capoluogo e 49 paesi limitrofi, siamo andati a vedere di persona. E infatti no, la situazione non è affatto rosea come il nostro Premier ce la vende, forse nel tentativo di utilizzare il terremoto dell'Aquila come palcoscenico e trampolino di lancio per recuperare consensi.

Le tendopoli? Alcune, come quella di Coppito, risultano davvero ben organizzate. Abbiamo conosciuto un volontario di rara generosità, Paolo Zippilli, che ci ha fatto fare un tour guidato, illustrandoci la loro situazione, gestita al meglio nonostante le oggettive condizioni disperate. I disagi ed i problemi sono numerosi, ma i volontari ce la mettono tutta, instancabilmente. Assolvono ai loro compiti e a volte fanno anche di più. Ma non è così ovunque. C’è la tendopoli di Centi Colella che a fine luglio non aveva ancora le coperture per riparare le tende dal sole cocente, aveva i container dei bagni sporchi, con i lavandini intasati e i WC “alla turca” (ovvero senza il water). Gli anziani invalidi parcheggiati tutti, nessuno escluso, in tende che già alle 10 del mattino erano bollenti! Le famiglie presenti lamentavano il forte e insopportabile caldo, la mancanza di un supporto psicologico, il pranzo e la cena spesso freddi e immangiabili e, cosa assurda, non avevano nessuna notizia di ciò che accadeva a L’Aquila se non attraverso la tv. Abbiamo chiesto loro se sapevano che bisognava presentare la domanda documentata con il progetto per la richiesta per la ristrutturazione della propria abitazione inagibile o distrutta. A un mese dalla scandenza del termine, l'8 settembre, non ne sapevano nulla! Si è fatto chiaramente in modo da non informare chi non si è informato autonomamente! Il responsabile del campo, il cosiddetto Capo Campo, notando la nostra presenza e vedendo che parlavamo con gli “ospiti” delle tende ci ha cacciato fuori minacciando di denunciarci, alzando il tono della voce e intimando di non tornare in quel luogo. Il responsabile era lui e non doveva rendere conto a nessuno del suo operato. Pensava lui a tutto e ovviamente per lui non esistevano problemi. Ci ha ricordato i Kapò d’altri tempi.

Molti dei terremotati sono ignari di ciò che sta accadendo davvero. Sono convinti che prima o poi verrà qualcuno a dire: “signori, le case sono pronte, vi dò gli indirizzi e le chiavi della vostra". Ma i termini della richiesta, come già detto, stanno scadento. Pochi lo sanno. Pochi sanno che si può scegliere una tipologia di risarcimento fra tre opzioni diverse:
  1. Il denaro lo anticipa il proprietario, e potrà recuperarlo in 20 anni deducendolo attraverso la dichiarazione dei redditi. Esiste ovviamente un problema di “capienza” nel senso che non tutti pagano tasse così elevate da poter recuperare le somme ingenti necessarie alla ricostruzione. Inoltre si anticipa denaro che oggi ha un valore che tra venti anni l’inflazione avrà dimezzato. Figuriamoci poi se chi ha avuto bisogno della tenda ha a disposizione i soldi da anticipare, sempre ammesso che un giorno uno stato con 1750 miliardi di debito pubblico possa davvero renderli.
  2. Un mutuo agevolato che attualmente non è operativo in nessuna banca, in quanto non è stato ancora raggiunto un accordo fra Cassa Depositi e Prestiti e banche per la creazione di un pacchetto mutui “ad hoc”, nè esiste ancora la copertura finanziaria per tale operazione. Tra l'altro, molti aquilani stanno pagando rate dei mutui contratti prima del terremoto per l'acquisto delle loro case, e sono in tanti quelli che pagano ancora l'affitto di una casa dove non possono più abitare.
  3. Un contributo diretto, ma secondo modalità che il CIPE ( Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica ), ancora non ha definito. La stessa Protezione Civile dice che occorre valutare se questo contributo possa venire erogato entro 5 anni. Ma nel frattempo, le case chi le ripara?
Insomma, le solite illusioni, le solite prese per i fondelli, le solite porcate a cui gli italiani, ed ora anche il mondo intero, sono abituati. Nel 2009 i fondi disponibili per la riparazione o per la ricostruzione delle case sono pari a zero! Così è scritto nella tabella allegata alla Legge 77/09 che scandisce fino al 2032 i fondi e le loro destinazioni. Questo mentre Berlusconi, per dimostrare che avrebbe risolto tutti i problemi in tempi record, orgogliosamente RIFIUTAVA un'offerta di aiuto da parte degli stati esteri. I soldi non c'erano ma lui, tra uno champagne e una mademoiselle, ha ugualmente rifiutato.

Gli appartamenti del Progetto C.A.S.E., in costruzione a L'Aquila - le cosiddette case antisismiche che si vedono sempre in televisione - possono essere costruite in deroga alla vigente normativa sanitaria. Così recita sempre la Legge 77/09. Non sono previste né comprese all'interno di alcun piano urbanistico, sono tutte annunciatamente illegali già per contratto. Tutte uguali, tutte identiche. Non sono previsti servizi sociali (scuole, spazi culturali, sportivi, verde attrezzato, strade, ecc.). Il mobilio che ciascun aquilano possiede non potrà essere utilizzato nei nuovi appartamenti, ma sarà destinato allo stoccaggio e conservato a tempo indeterminato presso i magazzini dell’interporto di Avezzano. Chi è il beneficiario dei noleggi dei magazzini? Chi altri deve arricchirsi alle spalle degli aquilani? Quanta speculazione dovrà esserci ancora intorno a questa disgrazia? Se proprio si doveva pagare il noleggio di questi depositi, non era il caso di farlo a vantaggio di qualche aquilano? C’è gente che specula sulla morte, sulle disgrazie, sulla povertà e sulla disperazione.

La constatazione più amara è che nessun aquilano ha diritto ad esprimere la propria opinione in merito al proprio futuro. Gli enti locali (regione, provincia, comuni, Asl e così via) sono estromessi da qualunque possibilità non solo di poter decidere o scegliere, ma anche di poter verificare la bontà delle scelte della Protezione Civile, la regolarità dei provvedimenti o la valutazione dell'impatto ambientale e dei rischi pericolosi che questi agglomerati urbani in costruzione, anomali, irregolari e improvvisati, potranno avere nel prossimo futuro della città dell'Aquila. Con il suo sistema di gestione militare totalitario e presuntuoso, la Protezione Civile sta mettendo in serio pericolo il futuro degli aquilani. Senza specifiche competenze tecniche e territoriali, doveva occuparsi solo dell'emergenza, come è successo per altri eventi catastrofici precedenti. Evidentemente a qualcuno conviene che lo stato di emergenza persista. Uno stato di emergenza è una miniera d'oro. Per chi? Per chi ha in appalto le varie forniture. Dietro ogni decisione, dietro ogni maceria, dietro ogni cadavere qualcuno sta guadagnando spudoratamente. Basti pensare che lo Stato ha preferito far arricchire gli alberghi, pagando 48 euro a persona al giorno, invece di requisire case sfitte a 400 euro al mese. Facendo un rapido calcolo, 48 euro per trenta giorni fanno 1440€ al mese. Per ogni famiglia di 4 persone lo Stato, cioè noi, paga 5760€ al mese invece di 400! Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro. La Protezione Civile è stata politicizzata. Il Premier sembra aver appositamente studiato un sistema infallibile per gestire in prima persona la situazione sopratutto, come è ovvio, dal punto di vista economico e finanziario, quello che sta tanto a cuore a strutture mafiose e criminali.

Vogliamo parlare del lavoro? Ottomila sono gli aquilani che sono rimasti senza. Hanno la cassa integrazione prorogata fino al 10 agosto. Qualche giorno fa sono state stanziate ulteriori risorse che forse consentiranno di arrivare a dicembre. Il terremoto afferma il principio che c’è un Re, che a sua discrezione elargisce risorse e possibilità. Non ci sono diritti da tutelare per legge, ma atti unilaterali del Governo. Eppure Silvio Berlusconi, nel regno incontrastato delle sue televisioni, aveva assicurato che mai avrebbe abbandonato i lavoratori aquilani al loro destino! La realtà invece è un'altra: in un’area dove migliaia di imprese non potranno più materialmente operare per anni, non vi è una concreta azione per il rilancio dell’economia. Cosa succederà a chi è rimasto senza lavoro e ha una famiglia di cui occuparsi?

L'Aquila continua a tremare. Le scosse, numerose tutti i giorni, continuano inesorabili, anche oltre il 4° grado della scala Richter. Intanto il Cavaliere continua ad affermare che va tutto bene. Le tv e la grande stampa nazionale, ad eccezione di Repubblica e pochissimi altri, continuano a rimanere in silenzio, conniventi e collusi con gli interessi di chi vuole lucrare sulle disgrazie degli aquilani: cosche mafiose, imprenditori senza scrupoli, finanzieri accomodanti, ditte e fornitori coinvolti nell'arrembaggio al denaro facile...
Ora si comprende meglio il senso della legge che imbavaglia la stampa, perlomeno quella ancora libera. E si comprende parimenti la necessità di aggredire la rete, quell'insieme sommesso di voci dissonanti in costante aumento, ogni giorno di più, che devono essere zittite. Solo qui potrete leggere con chiarezza che L’Aquila era da considerarsi a “rischio uno”. Il più forte. Questo avrebbe costretto le ditte costruttrici ad investire maggiori risorse economiche per avere edifici a norma. E solo qui potrete leggere che fu proprio Berlusconi, nel 2003, a decidere che L’Aquila fosse a “rischio 2”, permettendo oggi allo Stato di risarcire solo l'80% delle spese sostenute per la riparazione delle abitazioni.

Oltre 305 persone assassinate da un'edilizia disinvolta! Oltre 100.000 disperati sui quali speculare! Eppure c’è ancora gente che dice “Lui ci ha promesso le case, non ci lascerà e se ci darà le case lo voteremo di nuovo”.

Quelle che avranno non saranno case ma bettole illegali che, lungi dall'essere provvisorie, saranno eterne.


Benedetti Marie Helene
5 agosto 2009

26 giu 2009

IL VIDEO STRACENSURATO SU FACEBOOK

ED ECCO A VOI IL VIDEO CHE HA AVUTO LA VITA PIù BREVE SU FACEBOOK, UNA VOLTA CONDIVISO NE PERDERETE TRACCIA PERSINO SULLE VS STESSE PUBBLICAZIONI SENZA ALCUN ACCENNO DA PARTE DEI GESTORI DELLA FAMOSA PIATTAFORMA DI SOCIAL NETWORK.

NECESSITERETE DI RICERCARLO NUOVAMENTE SU YOUTUBE PER RICONDIVIDERLO ANCORA, O AL MASSIMO, SE NE SIETE DOTATI, DELL'AIUTO DI DOWNLOAD HELPER (PLUG-IN DI MOZZILLA FIREFOX) PER RISCARICARVELO NUOVAMENTE DA QUI.


DITTATURA SI O NO? (art. riportato dal blog Uno X tutti_tutti X Uno)


Wikipedia: La dittatura è una forma autoritaria di governo in cui il potere è accentrato in un solo organo, se non addirittura nelle mani del solo dittatore, non limitato da leggi, costituzioni, o altri fattori politici e sociali interni allo stato.

Analizziamo per benino la situazione italiana:

La prima cosa che di solito mi dicono, i berlusconiani, quando parlo di dittatura è « ma che sei scemo? Qua puoi dire quello che pensi liberamente, non come in Iran che ti ammazzano o ti arrestano ».


Manifestare liberamente


Non è cosi infatti, qua tu puoi dire quello che vuoi ai tuoi amici, ai tuoi parenti e su internet, ma se t'azzardi a contestare in pubblico un politico vieni subito identificato e portato in caserma [video], se invece ti organizzi con qualcuno per una libera e pacifica manifestazione ecco che la polizia inizia ad usare il manganello [video]. Non hai nemmeno la possibilità di andare a manifestare in una piazza pubblica, perché questo diritto lo hanno solo quelli che « vogliono applaudire Berlusconi » [video], e nemmeno di fare delle domande [video].

Prego che non accada, ma temo che non siamo molto lontani dal pericolo "che ci scappi il morto". Violenza e manganello producono solo altra violenza in maniera esponenziale. La storia insegna.

Possiamo già dire che si tratta di dittatura? Non ancora, solo questo non basta. Ma sicuramente la libertà di manifestare è un elemeno fondamentale di ogni democrazia, che evidentemente in Italia non esiste.



Mantenere il potere in maniera illeggittima


Ma continuiamo l'analisi. Una dittatura inizia sempre con un voto democratico, è stato cosi' per il fascismo è stato cosi per la più recente dittatura iraniana ed è stato cosi' in Italia, nel lontano 1994, quando Berlusconi e la sua truppa sono saliti al potere. In Iran il governo ha utilizzato poi, le forze armate per mantenere il potere, qua in Italia è stato sufficente modificare la legge elettorale. In un colpo solo è scomparsa l'opposizione (la sinistra , i verdi e i radicali sono praticamente scomparsi dal panorama politico) ed è stato possibile far sedere in parlamento personaggi che nessuno di noi ha mai votato e che nessuno di noi avrebbe mai votato se non ci fosse l'attuale legge voluta...indovinate da chi?

Ma perché sono stati scelti? E da chi?. Anche questa è facile e non ve la dico.

Chi avrebbe avuto altresi' il coraggio di votare Dell'Utri (condannato a 9 anni per mafia), la Carfagna (ex subrette esperienza politica 0), la Brambilla (vedi Carfagna), Cuffaro, Ghedini(« avvocarlamentare ») ecc...? Quindi possiamo affermare che quello attuale è un governo che non rappresenta e non ha mai rappresentato il popolo italiano, ne di destra ne di sinistra.

Non solo, infatti ci sarebbe anche da dire come questo governo nel momento in cui deve varare una nuova legge vergogna - vedi lodo alfano o ddl sicurezza - (che, com'è già successo, potrebbe suscitare perplessità all'interno della maggioranza stessa), ricorra sempre al voto di fiducia. Non è normale che un governo dopo un anno di mandato abbia già utilizzato per ben 21 volte il voto di fiducia.

Se il voto sulla legge sicurezza e sul Lodo Alfano fosse stato anonimo (come accade per le votazioni ordinarie, diverse dalla "fiducia") state certi che nè l'una nè l'altro sarebbero passati. Non vi basta per sentirvi sotto un regime? Ok continuiamo.


Repressione


Un regime che si rispetti deve avere i suoi morti innocenti no? In Iran è cosi, a Cuba anche ecc...

E in Italia? In Italia non è più cosi, non ci sono più morti ammazzati, ma ne abbiamo avuti migliaia e migliaia e non è un segreto. Tutti sanno che questa attuale classe politica è nata dalle stragi degli anni 90, tutti sanno che questo governo è nato grazie a accodi occulti con la criminalità organizzata. E tutti sanno quanti morti ci sono stati negli anni 90 in Italia. Ben 656 solamente in Sicilia dal 1983 alle stragi degli anni 90, non vi bastano questi morti? Oppure non li consideriamo tali perché non esiste il video su youtube?



Controllo della magistratura


Ma perché uccidere? Che senso ha? Si rischia una rivolta dell'opinione pubblica se vengono uccisi degli eroi come Falcone e Borsellino. Ecco allora le uccisioni « senza tritolo » (come le chiama Salvatore Borsellino), le uccisioni senza uccidere, gli omicidi come quelli di De Magistris, di Clementina Forleo, di Gioacchino Genchi, di Apicella, di tutta la procura di Salerno, di Luttazzi, di Biagi, di Montanelli e chi più ne ha più ne metta... Quando qualcuno indaga sui poteri forti il procedimento che adottano è sempre lo stesso, dannegiano la sua immagine e trovano una scusa per toglierli l'indagine se si tratta di un magistrato, o per licenziarlo, se si tratta di un giornalista, più veloce, più indolore e soprattutto tutto più discreto.

Se proprio la situazione è critica ecco l'avvocato di Berlusconi (nonchè parlamentare) Ghedini sempre pronto a sfornare una nuova legge ad personam che depenalizza il reato o rende immune il padrone, magari come detto prima, ricorrendo al voto di fiducia.



Controllo dell'informazione


Tutto quello che abbiamo detto chiaramente non potrebbe avvenire mai in nessun paese al mondo e tantomeno in Italia se non si controllasse la quasi totalità dell'informazione.

In effetti il controllo dell'informazione è un punto cardine di ogni dittatura, cosi come d'altronde è scritto nel « Piano di rinascita democratica » di Licio Gelli (padre fondatore della P2, di cui Berlusconi faceva parte).

Vediamo i dati, in Italia siamo 60.000.000 di abitanti, il 100% ha la possibilità di guardare la televisione in cui ci sono 7 canali su 7 di proprietà del governo, questo mi sembra innegabile. Mediaset è del premier, la Rai governativa ( le nomine le hanno addirittura fatta a casa di Berlu) e La7 è palesemente di parte, non potrebbe essere altrimenti visto che è controllata da Telecom Italia.

Da cio' deriva quindi che il 100% degli italiani possono vedere l'informazione del governo e tutto quello che ci propinano. Non voglio entrare nel dettaglio perché è chiaro a tutti che le informazioni sono spesso distorte o addirittura potremmo definirla disinformazione bella e buona.

Le uniche voci fuori dal coro sono, o meglio erano, "Annozero" (ripreso a seguito di una senteza della magistratura) e "Report" (cancellato in questi giorni).

Qualcuno dirà che l'informazione la puoi trovare anche su internet ed è vero. Ma se consideriamo che un accesso a internet lo ha solo il 45,7% degli italiani ci rendiamo conto di come oggi questa informazione sia accessibile solo a meno della metà della popolazione. Ma Internet fa paura ed è per questo che nel nuovo disegno di legge si cerca di imbavagliarla. Questa nota per esempio non la leggerete mai in un giornale e non la potreste mai e poi mai sentire al telegiornale o in televisione.



Lotta all'opposizione


Nelle dittature che si rispettano le opposizioni sono sterminate a fucilate o messe in galera. Per qualche misterioso motivo in Italia, sfiorando il grottesco, l'opposizione si è autoeliminata. Non parla, non protesta, non si sente volare una mosca dal lato PD . Il buon Antonio fa quello che puo ma sicuramente non è abbastanza visto che è lasciato completamente solo.

Complicità? Stupidità? Non so ma è un altro dato di fatto che in Italia non esista una vera solida opposizione.


Ricapitoliamo, in Italia non è possibile manifestare liberamente se lo fai ti picchiano, ti arrestano o ti censurano, in Italia non è possibile e non è stato possibile eleggere democraticamente i parlamentari, in Italia l'informazione è sotto controllo di una ed una sola persona, in Italia non esiste opposizione, in Italia la magistratura è imbavagliata dall'avvocato Ghedini e dalle leggi ad personam. E' lecito domandarsi seriamente se in Italia siamo o no sotto dittatura? A voi l'ardua sentenza.

di Stefano Alletti

5 mag 2009

Alla faccia della Repubblica Italiana (articolo pubblicato sul "La Repubblica" del 04/05/2009 Firma n.p.

Superati i convenevoli delle festività dopo le"tirate" di orecchi da parte del Ns Presidente della Repubblica, ecco cosa dichiara in un intervista uno dei Ns più illustrissimi accusati di collusione mafiosa, mai giudicato, della Ns splendida Repubblica italiana; ovviamente leggeremo anche gli strascichi che ne conseguono ma vi chiedo di porre parecchia attenzione anche alla parte inerente alle parole di Roberto Rao, capogruppo Udc in commissione di Vigilanza Rai.

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Nell'intervista a Klaus Davi su YouTube il senatore del Pdl
assolve il Duce, "blando" sulle leggi razziali, e i repubblichini



Dell'Utri: "Mussolini troppo buono
Le veline meglio delle telegiornaliste"

Molti i commenti indignati, a cominciare da Vita: "Pura provocazione"
a Ferrero, che parla di "continuità fascistoide della Destra nostra con il Ventennio"


Dell'Utri: "Mussolini troppo buono Le veline meglio delle telegiornaliste"

Il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri

ROMA - "Le veline laureate e preparate politicamente sono di gran lunga più apprezzabili di alcune telegiornaliste che non conoscono l'italiano". Ma soprattutto Benito Mussolini non fu "un dittatore spietato e sanguinario", perse la guerra perchè fu "troppo buono", fu "blando" sulle leggi razziali e, infine, i repubblichini furono "i partigiani di destra", perché lottarono per un ideale. Sono alcune delle dichiarazioni del senatore del Pdl Marcello dell'Utri, intervistato da Klaus Davi per il programma Klauscondicio.

Dichiarazioni che hanno suscitato reazioni sdegnate da parte di diversi esponenti politici: "Marcello Dell'Utri getta la maschera, dicendo che Mussolini non era poi tanto male e che le veline sono meglio delle giornaliste Rai", dichiara Roberto Cuillo, della Direzione del Partito Democratico. "E' la conferma della giustezza delle parole del segretario del PD, Dario Franceschini: con Berlusconi il nostro Paese è a rischio. Ed è ora, per tutti, di rompere il silenzio e gridarlo con forza".

"Passate le convenienze del 25 aprile, la continuità fascistoide della destra nostra con il Ventennio fascista torna fuori chiaramente nelle parole di Marcello Dell'Utri, ideologo della Pdl e intimo del premier", dice Paolo Ferrero, segretario del Prc.

"Questa storia della buona fede di quelli di Salò la trovo una furbizia ed anche di cattivo gusto, nella migliore delle ipotesi una banalità. Chi faceva quelle cose non era obbligato da nessuno", ha replicato il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti.

Mentre il senatore dell'Italia dei Valori Pancho Pardi accusa Dell'Utri di aver "recuperato le più bieche banalità del revisionismo storico filofascista". Per Vincenzo Vita, senatore del Pd e membro
della commissione di Vigilanza Rai, quella di Dell'Utri "è una pura provocazione che non merita neppure commenti. Ciò che dice è augurabile possa e debba essere smentito da chi ha responsabilità politiche nel suo partito".

E Roberto Rao, capogruppo Udc in commissione di Vigilanza Rai, sostiene che "L'onorevole Dell'Utri va apprezzato, ma solo per la sua sincerità: è la seconda volta che si fa intervistare da Klaus Davi e persevera nel rilasciare dichiarazioni sconcertanti".

Dell'Utri nell'intervista a Klaus Davi ha anche ipotizzato l'"occupazione" della Rai: "Occupare la Rai? Perché no, - ha detto, rispondendo a una domanda - ma naturalmente speriamo di non doverla occupare. La tv di Stato ha grandi professionalità, ma un po' ha ragione Gasparri: è ancora in mano alla sinistra".

"Che l'idea vi fosse venuta, francamente, un po' ce n'eravamo accorti. - ha replicato ironicamente il vicesegretario dell'Usigrai Daniele Cerrato -. Occupare la Rai è sicuramente in cima ai pensieri di tutti quelli che hanno un malinteso senso dello Stato, del Servizio Pubblico radiotelevisivo e hanno solo presente la propria appartenenza a questo o quello schieramento".

(4 maggio 2009)