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16 set 2009

Io invece, l’ho visto tutto

PIOVONO RANE di Alessandro Gilioli


E credo che tutti avrebbero dovuto vederlo tutto, anche se - certo - il boicottaggio televisivo in teoria era una buona intenzione.

Avrebbero dovuto vederlo tutti per capire in profondità quello che ha detto la moglie, quando parlava di un uomo malato. Rinchiuso in profondità nelle proprie menzogne, avvoltolato nella litania degli insulti a mezzo mondo, arrogante perfino con il suo consueto maggiordomo, quello che gli aveva fatto firmare il Contratto con gli italiani.

Tirato, teso, gonfio, un occhio mezzo chiuso, pieno di cortisone: più suonato di Mussolini al Lirico in quel dicembre del ‘44.

E l’opposizione “è comunista” - non provi Vespa a smussarlo in merito - e “D’Alema è uno stalinista”, e “le nuove case di Onna sono così belle che vorrebbe viverci lui”, e lui da Vespa in realtà non ci voleva andare perché “preferiva guardarsi il Milan”, e chi parla di conflitto d’interesi è “un delinquente”, e i giornalisti che lo criticano “sono farabutti”, e lui ha introdotto in politica “una nuova moralità”, e “abbiamo dato una casa a tutti gli sfollati”, e noi “agli immigrati in mare serviamo le bibite e poi gli diamo asilo nido” (sic), e stiamo dando soldi alla Libia perché costruiscano “dei campi confortevoli”, naturalmente chi lo contesta “è antiitaliano” - un po’ come i dissidenti russi che venivano sbattuti in galera perché antisovietici.

Un giorno la rivedremo, questa puntata di Porta a Porta, e magari saremo capaci di riderci su: con l’inno d’Italia sull’ultimo video, e i mazzi di girasoli in chiusura.

Per adesso, fa solo un sacco di paura: perché qui destra e sinistra non c’entrano più niente, c’è solo un uomo anziano sulla china della follia, in piena sindrome da bunker ma ancora pieno di servi e di potere, e capace di tutto per non mollarlo mai.


fonte: http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2009/09/15/io-invece-lho-visto-tutto/

26 giu 2009

DITTATURA SI O NO? (art. riportato dal blog Uno X tutti_tutti X Uno)


Wikipedia: La dittatura è una forma autoritaria di governo in cui il potere è accentrato in un solo organo, se non addirittura nelle mani del solo dittatore, non limitato da leggi, costituzioni, o altri fattori politici e sociali interni allo stato.

Analizziamo per benino la situazione italiana:

La prima cosa che di solito mi dicono, i berlusconiani, quando parlo di dittatura è « ma che sei scemo? Qua puoi dire quello che pensi liberamente, non come in Iran che ti ammazzano o ti arrestano ».


Manifestare liberamente


Non è cosi infatti, qua tu puoi dire quello che vuoi ai tuoi amici, ai tuoi parenti e su internet, ma se t'azzardi a contestare in pubblico un politico vieni subito identificato e portato in caserma [video], se invece ti organizzi con qualcuno per una libera e pacifica manifestazione ecco che la polizia inizia ad usare il manganello [video]. Non hai nemmeno la possibilità di andare a manifestare in una piazza pubblica, perché questo diritto lo hanno solo quelli che « vogliono applaudire Berlusconi » [video], e nemmeno di fare delle domande [video].

Prego che non accada, ma temo che non siamo molto lontani dal pericolo "che ci scappi il morto". Violenza e manganello producono solo altra violenza in maniera esponenziale. La storia insegna.

Possiamo già dire che si tratta di dittatura? Non ancora, solo questo non basta. Ma sicuramente la libertà di manifestare è un elemeno fondamentale di ogni democrazia, che evidentemente in Italia non esiste.



Mantenere il potere in maniera illeggittima


Ma continuiamo l'analisi. Una dittatura inizia sempre con un voto democratico, è stato cosi' per il fascismo è stato cosi per la più recente dittatura iraniana ed è stato cosi' in Italia, nel lontano 1994, quando Berlusconi e la sua truppa sono saliti al potere. In Iran il governo ha utilizzato poi, le forze armate per mantenere il potere, qua in Italia è stato sufficente modificare la legge elettorale. In un colpo solo è scomparsa l'opposizione (la sinistra , i verdi e i radicali sono praticamente scomparsi dal panorama politico) ed è stato possibile far sedere in parlamento personaggi che nessuno di noi ha mai votato e che nessuno di noi avrebbe mai votato se non ci fosse l'attuale legge voluta...indovinate da chi?

Ma perché sono stati scelti? E da chi?. Anche questa è facile e non ve la dico.

Chi avrebbe avuto altresi' il coraggio di votare Dell'Utri (condannato a 9 anni per mafia), la Carfagna (ex subrette esperienza politica 0), la Brambilla (vedi Carfagna), Cuffaro, Ghedini(« avvocarlamentare ») ecc...? Quindi possiamo affermare che quello attuale è un governo che non rappresenta e non ha mai rappresentato il popolo italiano, ne di destra ne di sinistra.

Non solo, infatti ci sarebbe anche da dire come questo governo nel momento in cui deve varare una nuova legge vergogna - vedi lodo alfano o ddl sicurezza - (che, com'è già successo, potrebbe suscitare perplessità all'interno della maggioranza stessa), ricorra sempre al voto di fiducia. Non è normale che un governo dopo un anno di mandato abbia già utilizzato per ben 21 volte il voto di fiducia.

Se il voto sulla legge sicurezza e sul Lodo Alfano fosse stato anonimo (come accade per le votazioni ordinarie, diverse dalla "fiducia") state certi che nè l'una nè l'altro sarebbero passati. Non vi basta per sentirvi sotto un regime? Ok continuiamo.


Repressione


Un regime che si rispetti deve avere i suoi morti innocenti no? In Iran è cosi, a Cuba anche ecc...

E in Italia? In Italia non è più cosi, non ci sono più morti ammazzati, ma ne abbiamo avuti migliaia e migliaia e non è un segreto. Tutti sanno che questa attuale classe politica è nata dalle stragi degli anni 90, tutti sanno che questo governo è nato grazie a accodi occulti con la criminalità organizzata. E tutti sanno quanti morti ci sono stati negli anni 90 in Italia. Ben 656 solamente in Sicilia dal 1983 alle stragi degli anni 90, non vi bastano questi morti? Oppure non li consideriamo tali perché non esiste il video su youtube?



Controllo della magistratura


Ma perché uccidere? Che senso ha? Si rischia una rivolta dell'opinione pubblica se vengono uccisi degli eroi come Falcone e Borsellino. Ecco allora le uccisioni « senza tritolo » (come le chiama Salvatore Borsellino), le uccisioni senza uccidere, gli omicidi come quelli di De Magistris, di Clementina Forleo, di Gioacchino Genchi, di Apicella, di tutta la procura di Salerno, di Luttazzi, di Biagi, di Montanelli e chi più ne ha più ne metta... Quando qualcuno indaga sui poteri forti il procedimento che adottano è sempre lo stesso, dannegiano la sua immagine e trovano una scusa per toglierli l'indagine se si tratta di un magistrato, o per licenziarlo, se si tratta di un giornalista, più veloce, più indolore e soprattutto tutto più discreto.

Se proprio la situazione è critica ecco l'avvocato di Berlusconi (nonchè parlamentare) Ghedini sempre pronto a sfornare una nuova legge ad personam che depenalizza il reato o rende immune il padrone, magari come detto prima, ricorrendo al voto di fiducia.



Controllo dell'informazione


Tutto quello che abbiamo detto chiaramente non potrebbe avvenire mai in nessun paese al mondo e tantomeno in Italia se non si controllasse la quasi totalità dell'informazione.

In effetti il controllo dell'informazione è un punto cardine di ogni dittatura, cosi come d'altronde è scritto nel « Piano di rinascita democratica » di Licio Gelli (padre fondatore della P2, di cui Berlusconi faceva parte).

Vediamo i dati, in Italia siamo 60.000.000 di abitanti, il 100% ha la possibilità di guardare la televisione in cui ci sono 7 canali su 7 di proprietà del governo, questo mi sembra innegabile. Mediaset è del premier, la Rai governativa ( le nomine le hanno addirittura fatta a casa di Berlu) e La7 è palesemente di parte, non potrebbe essere altrimenti visto che è controllata da Telecom Italia.

Da cio' deriva quindi che il 100% degli italiani possono vedere l'informazione del governo e tutto quello che ci propinano. Non voglio entrare nel dettaglio perché è chiaro a tutti che le informazioni sono spesso distorte o addirittura potremmo definirla disinformazione bella e buona.

Le uniche voci fuori dal coro sono, o meglio erano, "Annozero" (ripreso a seguito di una senteza della magistratura) e "Report" (cancellato in questi giorni).

Qualcuno dirà che l'informazione la puoi trovare anche su internet ed è vero. Ma se consideriamo che un accesso a internet lo ha solo il 45,7% degli italiani ci rendiamo conto di come oggi questa informazione sia accessibile solo a meno della metà della popolazione. Ma Internet fa paura ed è per questo che nel nuovo disegno di legge si cerca di imbavagliarla. Questa nota per esempio non la leggerete mai in un giornale e non la potreste mai e poi mai sentire al telegiornale o in televisione.



Lotta all'opposizione


Nelle dittature che si rispettano le opposizioni sono sterminate a fucilate o messe in galera. Per qualche misterioso motivo in Italia, sfiorando il grottesco, l'opposizione si è autoeliminata. Non parla, non protesta, non si sente volare una mosca dal lato PD . Il buon Antonio fa quello che puo ma sicuramente non è abbastanza visto che è lasciato completamente solo.

Complicità? Stupidità? Non so ma è un altro dato di fatto che in Italia non esista una vera solida opposizione.


Ricapitoliamo, in Italia non è possibile manifestare liberamente se lo fai ti picchiano, ti arrestano o ti censurano, in Italia non è possibile e non è stato possibile eleggere democraticamente i parlamentari, in Italia l'informazione è sotto controllo di una ed una sola persona, in Italia non esiste opposizione, in Italia la magistratura è imbavagliata dall'avvocato Ghedini e dalle leggi ad personam. E' lecito domandarsi seriamente se in Italia siamo o no sotto dittatura? A voi l'ardua sentenza.

di Stefano Alletti

15 giu 2009

La procura indaga sulle «ronde nere»del Msi. La replica: «Andiamo avanti»

LE «CAMICIE GRIGIE» AVREBBERO DOVUTO AGIRE NELL'AMBITO DEL DDL SICUREZZA

La procura indaga sulle «ronde nere»
del Msi. La replica: «Andiamo avanti»

Ipotesi di apologia di fascismo per il gruppo di volontari presentato sabato da Gaetano Saya

MILANO - La Procura di Milano ha disposto un'indagine, tramite la Digos, sulle ronde nere presentate sabato da Gaetano Saya. Nei prossimi giorni il procuratore aggiunto, Armando Spataro, formalizzerà nei confronti dei promotori l'accusa di violazione della legge Scelba: in sostanza, potrebbero essere contestati i reati di apologia del fascismo e ricostituzione del partito fascista, ai sensi della legge del 1952. L'iniziativa arriva poche ore dopo la presentazione, avvenuta a Milano, della «Guardia nazionale italiana», il gruppo di «camicie grigie» composto per un terzo da ex membri delle forze dell'ordine, legato al Msi-Dn di Gaetano Saya.

«Camicie grigie» «Camicie grigie» «Camicie grigie» «Camicie grigie»
«Camicie grigie»
«Camicie grigie» «Camicie grigie» «Camicie grigie»

«ANDIAMO AVANTI» - Pronta la reazione da parte dei vertici Msi-Dn: «La Guardia nazionale italiana è una onlus regolarmente registrata, come prescrive la legge e non crediamo ci possa essere alcun tipo di reato», ha dichiarato il vicepresidente della «Guardia nazionale italiana» Maurizio Monti. «Noi andiamo avanti, a meno che i tribunali ci dimostrano che abbiamo commesso dei reati. È giusto che la magistratura indaghi, ma l'importante è che lo faccia con senso di giustizia. Se dovessimo avere avvisi dalla Procura i nostri legali prenderanno le dovute cautele del caso».

CANNIZZARO: DECISIONE ASSURDA - Maria Antonietta Cannizzaro, compagna di Gaetano Saya e presidente del movimento che appoggia le cosidette ronde nere («ma le ronde non hanno colore», precisa lei) ha affermato che la decisione di aprire un fascicolo «è assurda» e che la divisa delle Guardie nazionali italiane non ha richiami a simboli fascisti: «L'aquila imperiale fa parte della nostra storia fin dai Cesari - osserva -. Allora bisognerebbe abbattere a Roma tutti gli edifici storici su cui è rappresentata. Nessun richiamo al fascismo. Il fascismo è affidato alla storia». Il presidente del Msi appoggia le Guardie nazionali che però, sottolinea, non ne sono un'emanazione e vede nell'apertura del fascicolo anche un «attacco al governo».

I VOLONTARI - Alla presentazione di sabato i vertici nazionali dell’Msi avevano annunciato che ci sarebbero a disposizione 2.100 volontari in tutto il Paese, concentrati soprattutto in Piemonte, Lombardia, Lazio, Campania e Sicilia. «La Guardia nazionale è un’iniziativa apolitica», precisavano, nell’ambito dell’attività del nascente Partito Nazionalista italiano guidato da Gaetano Saya. Lo stesso Saya ha descritto la divisa ideata per le ronde: camicia grigia con cinturone e spallaccio neri, cravatta nera, pantaloni grigi con banda nera laterale, basco o kepì grigio con il simbolo dell'aquila imperiale romana, la scritta «SPQR» e il motto «Domine dirige nos». L'equipaggiamento completo prevede elmetto, anfibi neri, guanti di pelle e una grossa torcia elettrica di metallo nero.

Corriere della Sera
14 giugno 2009(ultima modifica: 15 giugno 2009)


29 apr 2009

"Neutralità web sotto attacco"

Tutti contro la direttiva dell'Ue
Gli utenti del web e i provider chiedono ai parlamentari europei di fermare la direttiva "Telecoms Package", che darà ai gestori telefonici il potere di modificare le condizioni nelle quali usiamo le applicazioni più comuni, come Skype e Facebook di VITTORIO ZAMBARDINO

"Neutralità web sotto attacco" Tutti contro la direttiva dell'Ue
C'è una lettera molto lunga, mandata qualche giorno fa al parlamento europeo. Si trova sul sito di AssoProvider. E' in inglese e usa un po' di gergo. Può sembrare uno di quegli allarmi da sesso degli angeli, di cui interessa qualcosa solo agli specialisti. E invece è una cosa molto urgente, molto seria. I firmatari chiedono ai parlamentari di pensarci bene prima di votare la direttiva "Telecoms Package", ormai in fase di approvazione. Perché con quel testo - dicono - c'è il rischio di approvare anche una sorta di apartheid elettronica che apparentemente riguarderà i dati, cioè le cose inanimate. Ma poi avrà a che fare con le persone. Ecco di cosa si tratta.

Facciamo un passo indietro che ci aiuta a capire. A metà del mese di aprile, T-Mobile, la grande azienda di telefonia cellulare tedesca, una delle prime al mondo, ha comunicato ai suoi utenti che l'utilizzazione di Skype per chiamate in "voice over IP" dal cellulare sarà fortemente limitato.

Ecco, la direttiva Telecoms package promette di produrre effetti simili a questo e su un ampio arco di servizi. Perché alcuni emendamenti daranno ai gestori telefonici il potere di modificare le condizioni nelle quali usiamo le applicazioni più comuni.

Così Guido Scorza, giurista e presidente dell'istituto per le politiche dell'Innovazione, uno degli organismi firmatari della lettera: "Bisogna immaginare il gestore di un autostrada che a un certo punto decida di incolonnare tutte le auto gialle su un casello e tutte quelle rosse su un altro. E che decida di far andare le auto gialle al doppio della velocità di quelle rosse. O di dare la precedenza a quelle che portano il suo marchio, quello del gestore, perché sono le 'sue' auto".

Fuor di metafora, Scorza intende dire che l'accesso a Facebook, per fare un esempio, potrebbe essere reso relativamente più lento rispetto a quello di un film che viene venduto dallo stesso fornitore di accesso. Oppure questi potrebbe porre limiti quantitativi all'uso di servizi non collegati alla propria offerta o ritenuti marginali. O ancora: che una volta violata la parità tra tutti i diversi servizi, potrebbero esserci offerte commerciali tese a risolvere il problema creato dallo stesso comportamente del provider: dammi 2 euro per avere Facebook più veloce oppure "più collegamento" a Facebook. E il bello è che sarebbe tutto legale.

"Se la direttiva passa - aggiunge Scorza - il diritto ad accedere ad ogni genere di informazione, il diritto ad utilizzare qualsivoglia tipo di applicazione attraverso la Rete che i 'netizen' hanno sin qui ritenuto di avere nonostante frequenti violazioni da parte di taluni ISP verrà limitato 'per legge'. A quel punto che il provider 'scelga' cosa far vedere, leggere e sapere ai suoi utenti non costituirà più un aspetto patologico ma la regola, un po' come avveniva ieri nell'era della vecchia e cara TV, nella quale pochi padroni dell'etere decidevano chi ci teneva compagnia a pranzo, con chi avremmo dovuto cenare e dinanzi a quale salotto ed ascoltando quali idee avremmo dovuto addormentarci. Si tratterebbe solo di 'variazioni dell'offerta commerciale': meno informazione e più intrattenimento o, magari, meno politica e più gossip."

Fin qui Scorza. Che tutto ciò rappresenti una palese infrazione di quella sorta di "par condicio" dell'accesso internet, che va sotto il nome "neutralità della rete", sembra ai firmatari della lettera fuori discussione. E sembra anche foriero di ulteriori gravi violazioni.

Da"La Repubblica"
(28 aprile 2009)