L'Aquila, 14 ottobre 2009 ore 20:00.
La colonnina di mercurio segna 0 gradi.
Il 30 settembre le tendopoli dovevano sparire, tutti dovevano avere una casa nell'aquilano, tutti gli follati dovevano tornare a L'Aquila... queste erano le promesse...
Se si tiene conto dei tempi e dei costi di Onna, poteva essere fatto e sarebbe stato possibile persino iniziare le ricostruzioni.
Ad Onna, in meno di 2 mesi sono state costruite tutte le abitazioni provvisorie, così, da circa un mese, tutti gli abitanti hanno un tetto sulla testa.
In un'intervista qualche cittadino di Onna mi ha manifestato tutta la soddisfazione per il lavoro fatto in questo posto TOTALMENTE distrutto dal terremoto. E il mio pensiero è corso subito al governo Berlusconi, che nulla ha potuto qui ad Onna, dove le costruzioni sono dovute al buon cuore del Trentino, sotto la supervisione del governo tedesco, chissà quanto avrà rosicato Berlusconi!!!!
Mettiamo a confronto le casette di Onna e il progetto C.A.S.E. de L'Aquila:
Onna: costo 800€ al mq, garantendo agli onnesi un quartiere provvisorio grazioso, risparmiando molti soldi da utilizzare nella ricostruzione.
Progetto C.A.S.E.:costo 2700€ al mq, quasi 5 volte la somma impiegata ad Onna, soldi sperperati tra le varie ditte edili.
Onna: Sono tutti in casa da metà settembre.
Progetto C.A.S.E.: Sono ancora nelle tende, o deportati sulla costa o in paesini lontani anche oltre 70 km, contro il loro stesso volere
di restare a L'Aquila.
Onna: Casette ecologiche smontabili e riutilizzabili per un eventuale altro disastro in qualsiasi altra città..
Progetto C.A.S.E.:Per farle hanno deturpato un paesaggio meraviglioso, sfondando intere montagne. Un'inutile colata di cemento per
una base che dovrebbe in realtà mantenere palazzi dai 10 piani in su, non i tre piani realizzati.
Palazzi moderni dagli infissi blu elettrico o giallo canarino che nulla hanno a che fare con lo stile pittoresco degli antichi paesini aquilani.
Onna: il quartiere è stato costruito rispettando spazi per la viabilità automobilistica.
Progetto C.A.S.E.: i palazzoni sono concentrati in un unico punto, servito da una sola strada principale, già trafficatissima. Quando tutti i residenti occuperanno le case si prevede un caos bestiale!!
Sono tornata da loro, gli aquilani, probabilmente si è instaurato in me quel meccanismo di ribellione che non accetta che tutto resti impunito e silenzioso.
Per entrare nella tendopoli ho nascosto la mia piccola telecamera nella borsa. Al controllo documenti mi dicono che sono tutti in mensa, questa volta sono riuscita ad entrare nella tendopoli senza problemi...
Non li conoscevo prima di quel maledetto 6 aprile, pensavo "chissà se mi riconosceranno, se si ricorderanno di me".
Al mio arrivo in mensa sono stata invasa da sorrisi, abbracci e baci...noto con piacere che la gioia di rivederci non è solo mia.
Per loro sono chi ha permesso che la loro voce arrivasse a voi... sembra poco, a L'Aquila pare tanto...
Mi invitano a sedermi con loro, nonostante il cibo scarseggi cercano di costringermi ad accettare di dividere il loro pasto, o quel pezzettino di ciambella a testa che avevano...
penso, "se lo sapevo preparavo la Caprese Napoletana e la portavo... sono proprio una cafona!"
Non faccio in tempo a sedermi che cominciano a raffica i racconti dell'orrore:
"Dopo che hai pubblicato l'intervista che mi hai fatto ho ricevuto minacce, leggi qui questo sms"
"Mi hanno telefonato, mi hanno minacciato, dicono che se rilascio altre interviste mi denunciano, io ho detto solo la verità"
"Sai cosa ci fanno qui, riutilizzano le bottiglie dei tavoli e le riempiono con altre bottiglie degli altri tavoli"
"Non ci lasciano portare l'acqua nella tenda"
(penso, "se fanno un annuncio televisivo dicendo che a L'Aquila mancano cibo e acqua gli italiani si mobiliteranno di nuovo... perchè tutta questa indifferenza?
Probabilmente perchè questa vetrina mediatica deve risultare perfetta")
"Hai saputo della roulotte che è andata a fuoco? Stavamo per bruciare vivi tutti"
"L'Enel ha abbassato i voltaggi e la notte va via la luce, ci svegliamo ghiacciati"
E per quanto riguarda gli abitanti delle case popolari di San Gregorio...
"Siamo gli sfollati di serie B, noi delle case popolari saremo gli ultimi ad avere casa"
"Le nostre case classificate "C" (grossi danni strutturali) sono state riclassificate "A"(piccoli danni strutturali) senza ulteriore controllo, vogliono farci rientrare in quelle case e nessuno si prende la responsabilità di eventuali tragedie"
"Ho scoperto che le case popolari al comune erano registrate come stalle e garage e non come case"...
"La mia casa risultava una stalla... io sarei una mucca? Ti rendi conto di cosa ci hanno fatto?"
"San Gregorio risultava terreno agricolo, non poteva essere usato come terreno edificabile, ci hanno fatto le case, ci hanno costruito un intero paese, ci hanno mandato a morire, la faglia che hai sotto i piedi è ad altissimo pericolo sismico!"
"Una ragazza aveva aperto un sito trasparente per raccogliere soldi per noi delle case popolari, l'hanno minacciata, gli hanno fatto chiudere il sito!"
Li fermo, troppe informazioni, tutte insieme, non memorizzo... chiedo loro di raccontare tutto davanti alla telecamera, si rifiutano, dopo le minacce ricevute non possono più raccontare la verità...
Helene Benedetti

Una bacheca di lettere aperte di chiunque voglia inviarcele o anche semplicemente già presenti in rete.
Il blog si adegua, diventa una bacheca, non più quindi solamente informazione, contrasto sovversivo sterile nè luogo di incontro bensì portale per comunicare con gli altri.
Avete qualcosa da dire a qualcuno?
George Clooney, Silvio Berlsuconi, Santoro o perchè no alla Canalis ?
Bhè.. perchè non farlo?
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16 ott 2009
16 set 2009
Io invece, l’ho visto tutto
PIOVONO RANE di Alessandro Gilioli
E credo che tutti avrebbero dovuto vederlo tutto, anche se - certo - il boicottaggio televisivo in teoria era una buona intenzione.
Avrebbero dovuto vederlo tutti per capire in profondità quello che ha detto la moglie, quando parlava di un uomo malato. Rinchiuso in profondità nelle proprie menzogne, avvoltolato nella litania degli insulti a mezzo mondo, arrogante perfino con il suo consueto maggiordomo, quello che gli aveva fatto firmare il Contratto con gli italiani.
Tirato, teso, gonfio, un occhio mezzo chiuso, pieno di cortisone: più suonato di Mussolini al Lirico in quel dicembre del ‘44.
E l’opposizione “è comunista” - non provi Vespa a smussarlo in merito - e “D’Alema è uno stalinista”, e “le nuove case di Onna sono così belle che vorrebbe viverci lui”, e lui da Vespa in realtà non ci voleva andare perché “preferiva guardarsi il Milan”, e chi parla di conflitto d’interesi è “un delinquente”, e i giornalisti che lo criticano “sono farabutti”, e lui ha introdotto in politica “una nuova moralità”, e “abbiamo dato una casa a tutti gli sfollati”, e noi “agli immigrati in mare serviamo le bibite e poi gli diamo asilo nido” (sic), e stiamo dando soldi alla Libia perché costruiscano “dei campi confortevoli”, naturalmente chi lo contesta “è antiitaliano” - un po’ come i dissidenti russi che venivano sbattuti in galera perché antisovietici.
Un giorno la rivedremo, questa puntata di Porta a Porta, e magari saremo capaci di riderci su: con l’inno d’Italia sull’ultimo video, e i mazzi di girasoli in chiusura.
Per adesso, fa solo un sacco di paura: perché qui destra e sinistra non c’entrano più niente, c’è solo un uomo anziano sulla china della follia, in piena sindrome da bunker ma ancora pieno di servi e di potere, e capace di tutto per non mollarlo mai.
fonte: http://gilioli.blogautore.
7 set 2009
Vale troppo, finisce in museo il libro donato da Berlusconi
Il volume ha una copertina in marmo e vale 460 mila dollari
Ad Harper la copia numero uno: sarà esposta in una struttura pubblica

WASHINGTON - Ha un valore di 460 mila dollari il volume dalla copertina in marmo donato dal premier Silvio Berlusconi al collega canadese Stephen Harper e a tutti i leader del G8 all'Aquila, secondo gli esperti citati dal quotidiano Toronto Star. Il libro su Antonio Canova, con copertina in marmo di Carrara e dal peso di 25 chili, era stato regalato ai leader dei paesi partecipanti al vertice. Il volume è stato prodotto in un numero limitatissimo di esemplari e al Canada è toccata la copia numero uno.
Tuttavia il premier canadese non potrà tenere per sé il prezioso presente: la legge federale proibisce ai politici di accettare doni del valore superiore ai mille dollari. Il libro, di proprietà del governo, finirà quindi in un museo.
Il 10 luglio scorso, durante la consegna dei doni avvenuta all'Aquila, il primo ministro canadese aveva dichiarato: "Berlusconi è in gran forma, ma fa regali esagerati". Harper aveva aggiunto: "L'unico problema che ho avuto con Berlusconi sono i regali che mi ha fatto, abbastanza per mettermi in seria difficoltà con la Commissione etica, per questo sto assicurandomi di averli registrati tutti''.
Proprio la commissione etica canadese stabilisce, nel Conflict of Interests Act, norme molto severe per i regali alle autorità pubbliche. I regali con valore superiore ai mille dollari diventano proprietà del governo.
L'opinione pubblica canadese si era mostrata stupita dai costosi doni di Berlusconi. Non solo perché il tema del G8 era la recessione economica, ma anche perché la riunione dei grandi del mondo si svolgeva all'Aquila, devastata pochi mesi prima dal terremoto.
(7 settembre 2009)
Fonte: La Repubblica.it
Tuttavia il premier canadese non potrà tenere per sé il prezioso presente: la legge federale proibisce ai politici di accettare doni del valore superiore ai mille dollari. Il libro, di proprietà del governo, finirà quindi in un museo.
Il 10 luglio scorso, durante la consegna dei doni avvenuta all'Aquila, il primo ministro canadese aveva dichiarato: "Berlusconi è in gran forma, ma fa regali esagerati". Harper aveva aggiunto: "L'unico problema che ho avuto con Berlusconi sono i regali che mi ha fatto, abbastanza per mettermi in seria difficoltà con la Commissione etica, per questo sto assicurandomi di averli registrati tutti''.
Proprio la commissione etica canadese stabilisce, nel Conflict of Interests Act, norme molto severe per i regali alle autorità pubbliche. I regali con valore superiore ai mille dollari diventano proprietà del governo.
L'opinione pubblica canadese si era mostrata stupita dai costosi doni di Berlusconi. Non solo perché il tema del G8 era la recessione economica, ma anche perché la riunione dei grandi del mondo si svolgeva all'Aquila, devastata pochi mesi prima dal terremoto.
(7 settembre 2009)
Fonte: La Repubblica.it
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perchè da noi non esistono nè leggi di questo tipo nè tanto meno una commissione etica??? provo a supporre... fa comodo, sicuramente, a tanti non porre limiti alla divina provvidenza corruttiva????
Carlo Lo Monaco
27 ago 2009
Il disastro mascherato dalla stampa di Sua Emittenza.
Cosa succede a L’Aquila? Visto che l’informazione da lì non arriva, e se arriva sembra talmente rosea da far pensare che ci sia stato un party di veline e politici quando la realtà è che c’è stato un terremoto che ha spazzato via un capoluogo e 49 paesi limitrofi, siamo andati a vedere di persona. E infatti no, la situazione non è affatto rosea come il nostro Premier ce la vende, forse nel tentativo di utilizzare il terremoto dell'Aquila come palcoscenico e trampolino di lancio per recuperare consensi.
Le tendopoli? Alcune, come quella di Coppito, risultano davvero ben organizzate. Abbiamo conosciuto un volontario di rara generosità, Paolo Zippilli, che ci ha fatto fare un tour guidato, illustrandoci la loro situazione, gestita al meglio nonostante le oggettive condizioni disperate. I disagi ed i problemi sono numerosi, ma i volontari ce la mettono tutta, instancabilmente. Assolvono ai loro compiti e a volte fanno anche di più. Ma non è così ovunque. C’è la tendopoli di Centi Colella che a fine luglio non aveva ancora le coperture per riparare le tende dal sole cocente, aveva i container dei bagni sporchi, con i lavandini intasati e i WC “alla turca” (ovvero senza il water). Gli anziani invalidi parcheggiati tutti, nessuno escluso, in tende che già alle 10 del mattino erano bollenti! Le famiglie presenti lamentavano il forte e insopportabile caldo, la mancanza di un supporto psicologico, il pranzo e la cena spesso freddi e immangiabili e, cosa assurda, non avevano nessuna notizia di ciò che accadeva a L’Aquila se non attraverso la tv. Abbiamo chiesto loro se sapevano che bisognava presentare la domanda documentata con il progetto per la richiesta per la ristrutturazione della propria abitazione inagibile o distrutta. A un mese dalla scandenza del termine, l'8 settembre, non ne sapevano nulla! Si è fatto chiaramente in modo da non informare chi non si è informato autonomamente! Il responsabile del campo, il cosiddetto Capo Campo, notando la nostra presenza e vedendo che parlavamo con gli “ospiti” delle tende ci ha cacciato fuori minacciando di denunciarci, alzando il tono della voce e intimando di non tornare in quel luogo. Il responsabile era lui e non doveva rendere conto a nessuno del suo operato. Pensava lui a tutto e ovviamente per lui non esistevano problemi. Ci ha ricordato i Kapò d’altri tempi.
Molti dei terremotati sono ignari di ciò che sta accadendo davvero. Sono convinti che prima o poi verrà qualcuno a dire: “signori, le case sono pronte, vi dò gli indirizzi e le chiavi della vostra". Ma i termini della richiesta, come già detto, stanno scadento. Pochi lo sanno. Pochi sanno che si può scegliere una tipologia di risarcimento fra tre opzioni diverse:
Gli appartamenti del Progetto C.A.S.E., in costruzione a L'Aquila - le cosiddette case antisismiche che si vedono sempre in televisione - possono essere costruite in deroga alla vigente normativa sanitaria. Così recita sempre la Legge 77/09. Non sono previste né comprese all'interno di alcun piano urbanistico, sono tutte annunciatamente illegali già per contratto. Tutte uguali, tutte identiche. Non sono previsti servizi sociali (scuole, spazi culturali, sportivi, verde attrezzato, strade, ecc.). Il mobilio che ciascun aquilano possiede non potrà essere utilizzato nei nuovi appartamenti, ma sarà destinato allo stoccaggio e conservato a tempo indeterminato presso i magazzini dell’interporto di Avezzano. Chi è il beneficiario dei noleggi dei magazzini? Chi altri deve arricchirsi alle spalle degli aquilani? Quanta speculazione dovrà esserci ancora intorno a questa disgrazia? Se proprio si doveva pagare il noleggio di questi depositi, non era il caso di farlo a vantaggio di qualche aquilano? C’è gente che specula sulla morte, sulle disgrazie, sulla povertà e sulla disperazione.
La constatazione più amara è che nessun aquilano ha diritto ad esprimere la propria opinione in merito al proprio futuro. Gli enti locali (regione, provincia, comuni, Asl e così via) sono estromessi da qualunque possibilità non solo di poter decidere o scegliere, ma anche di poter verificare la bontà delle scelte della Protezione Civile, la regolarità dei provvedimenti o la valutazione dell'impatto ambientale e dei rischi pericolosi che questi agglomerati urbani in costruzione, anomali, irregolari e improvvisati, potranno avere nel prossimo futuro della città dell'Aquila. Con il suo sistema di gestione militare totalitario e presuntuoso, la Protezione Civile sta mettendo in serio pericolo il futuro degli aquilani. Senza specifiche competenze tecniche e territoriali, doveva occuparsi solo dell'emergenza, come è successo per altri eventi catastrofici precedenti. Evidentemente a qualcuno conviene che lo stato di emergenza persista. Uno stato di emergenza è una miniera d'oro. Per chi? Per chi ha in appalto le varie forniture. Dietro ogni decisione, dietro ogni maceria, dietro ogni cadavere qualcuno sta guadagnando spudoratamente. Basti pensare che lo Stato ha preferito far arricchire gli alberghi, pagando 48 euro a persona al giorno, invece di requisire case sfitte a 400 euro al mese. Facendo un rapido calcolo, 48 euro per trenta giorni fanno 1440€ al mese. Per ogni famiglia di 4 persone lo Stato, cioè noi, paga 5760€ al mese invece di 400! Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro. La Protezione Civile è stata politicizzata. Il Premier sembra aver appositamente studiato un sistema infallibile per gestire in prima persona la situazione sopratutto, come è ovvio, dal punto di vista economico e finanziario, quello che sta tanto a cuore a strutture mafiose e criminali.
Vogliamo parlare del lavoro? Ottomila sono gli aquilani che sono rimasti senza. Hanno la cassa integrazione prorogata fino al 10 agosto. Qualche giorno fa sono state stanziate ulteriori risorse che forse consentiranno di arrivare a dicembre. Il terremoto afferma il principio che c’è un Re, che a sua discrezione elargisce risorse e possibilità. Non ci sono diritti da tutelare per legge, ma atti unilaterali del Governo. Eppure Silvio Berlusconi, nel regno incontrastato delle sue televisioni, aveva assicurato che mai avrebbe abbandonato i lavoratori aquilani al loro destino! La realtà invece è un'altra: in un’area dove migliaia di imprese non potranno più materialmente operare per anni, non vi è una concreta azione per il rilancio dell’economia. Cosa succederà a chi è rimasto senza lavoro e ha una famiglia di cui occuparsi?
L'Aquila continua a tremare. Le scosse, numerose tutti i giorni, continuano inesorabili, anche oltre il 4° grado della scala Richter. Intanto il Cavaliere continua ad affermare che va tutto bene. Le tv e la grande stampa nazionale, ad eccezione di Repubblica e pochissimi altri, continuano a rimanere in silenzio, conniventi e collusi con gli interessi di chi vuole lucrare sulle disgrazie degli aquilani: cosche mafiose, imprenditori senza scrupoli, finanzieri accomodanti, ditte e fornitori coinvolti nell'arrembaggio al denaro facile...
Ora si comprende meglio il senso della legge che imbavaglia la stampa, perlomeno quella ancora libera. E si comprende parimenti la necessità di aggredire la rete, quell'insieme sommesso di voci dissonanti in costante aumento, ogni giorno di più, che devono essere zittite. Solo qui potrete leggere con chiarezza che L’Aquila era da considerarsi a “rischio uno”. Il più forte. Questo avrebbe costretto le ditte costruttrici ad investire maggiori risorse economiche per avere edifici a norma. E solo qui potrete leggere che fu proprio Berlusconi, nel 2003, a decidere che L’Aquila fosse a “rischio 2”, permettendo oggi allo Stato di risarcire solo l'80% delle spese sostenute per la riparazione delle abitazioni.
Oltre 305 persone assassinate da un'edilizia disinvolta! Oltre 100.000 disperati sui quali speculare! Eppure c’è ancora gente che dice “Lui ci ha promesso le case, non ci lascerà e se ci darà le case lo voteremo di nuovo”.
Quelle che avranno non saranno case ma bettole illegali che, lungi dall'essere provvisorie, saranno eterne.
Benedetti Marie Helene
5 agosto 2009
Le tendopoli? Alcune, come quella di Coppito, risultano davvero ben organizzate. Abbiamo conosciuto un volontario di rara generosità, Paolo Zippilli, che ci ha fatto fare un tour guidato, illustrandoci la loro situazione, gestita al meglio nonostante le oggettive condizioni disperate. I disagi ed i problemi sono numerosi, ma i volontari ce la mettono tutta, instancabilmente. Assolvono ai loro compiti e a volte fanno anche di più. Ma non è così ovunque. C’è la tendopoli di Centi Colella che a fine luglio non aveva ancora le coperture per riparare le tende dal sole cocente, aveva i container dei bagni sporchi, con i lavandini intasati e i WC “alla turca” (ovvero senza il water). Gli anziani invalidi parcheggiati tutti, nessuno escluso, in tende che già alle 10 del mattino erano bollenti! Le famiglie presenti lamentavano il forte e insopportabile caldo, la mancanza di un supporto psicologico, il pranzo e la cena spesso freddi e immangiabili e, cosa assurda, non avevano nessuna notizia di ciò che accadeva a L’Aquila se non attraverso la tv. Abbiamo chiesto loro se sapevano che bisognava presentare la domanda documentata con il progetto per la richiesta per la ristrutturazione della propria abitazione inagibile o distrutta. A un mese dalla scandenza del termine, l'8 settembre, non ne sapevano nulla! Si è fatto chiaramente in modo da non informare chi non si è informato autonomamente! Il responsabile del campo, il cosiddetto Capo Campo, notando la nostra presenza e vedendo che parlavamo con gli “ospiti” delle tende ci ha cacciato fuori minacciando di denunciarci, alzando il tono della voce e intimando di non tornare in quel luogo. Il responsabile era lui e non doveva rendere conto a nessuno del suo operato. Pensava lui a tutto e ovviamente per lui non esistevano problemi. Ci ha ricordato i Kapò d’altri tempi.
Molti dei terremotati sono ignari di ciò che sta accadendo davvero. Sono convinti che prima o poi verrà qualcuno a dire: “signori, le case sono pronte, vi dò gli indirizzi e le chiavi della vostra". Ma i termini della richiesta, come già detto, stanno scadento. Pochi lo sanno. Pochi sanno che si può scegliere una tipologia di risarcimento fra tre opzioni diverse:
- Il denaro lo anticipa il proprietario, e potrà recuperarlo in 20 anni deducendolo attraverso la dichiarazione dei redditi. Esiste ovviamente un problema di “capienza” nel senso che non tutti pagano tasse così elevate da poter recuperare le somme ingenti necessarie alla ricostruzione. Inoltre si anticipa denaro che oggi ha un valore che tra venti anni l’inflazione avrà dimezzato. Figuriamoci poi se chi ha avuto bisogno della tenda ha a disposizione i soldi da anticipare, sempre ammesso che un giorno uno stato con 1750 miliardi di debito pubblico possa davvero renderli.
- Un mutuo agevolato che attualmente non è operativo in nessuna banca, in quanto non è stato ancora raggiunto un accordo fra Cassa Depositi e Prestiti e banche per la creazione di un pacchetto mutui “ad hoc”, nè esiste ancora la copertura finanziaria per tale operazione. Tra l'altro, molti aquilani stanno pagando rate dei mutui contratti prima del terremoto per l'acquisto delle loro case, e sono in tanti quelli che pagano ancora l'affitto di una casa dove non possono più abitare.
- Un contributo diretto, ma secondo modalità che il CIPE ( Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica ), ancora non ha definito. La stessa Protezione Civile dice che occorre valutare se questo contributo possa venire erogato entro 5 anni. Ma nel frattempo, le case chi le ripara?
Gli appartamenti del Progetto C.A.S.E., in costruzione a L'Aquila - le cosiddette case antisismiche che si vedono sempre in televisione - possono essere costruite in deroga alla vigente normativa sanitaria. Così recita sempre la Legge 77/09. Non sono previste né comprese all'interno di alcun piano urbanistico, sono tutte annunciatamente illegali già per contratto. Tutte uguali, tutte identiche. Non sono previsti servizi sociali (scuole, spazi culturali, sportivi, verde attrezzato, strade, ecc.). Il mobilio che ciascun aquilano possiede non potrà essere utilizzato nei nuovi appartamenti, ma sarà destinato allo stoccaggio e conservato a tempo indeterminato presso i magazzini dell’interporto di Avezzano. Chi è il beneficiario dei noleggi dei magazzini? Chi altri deve arricchirsi alle spalle degli aquilani? Quanta speculazione dovrà esserci ancora intorno a questa disgrazia? Se proprio si doveva pagare il noleggio di questi depositi, non era il caso di farlo a vantaggio di qualche aquilano? C’è gente che specula sulla morte, sulle disgrazie, sulla povertà e sulla disperazione.
La constatazione più amara è che nessun aquilano ha diritto ad esprimere la propria opinione in merito al proprio futuro. Gli enti locali (regione, provincia, comuni, Asl e così via) sono estromessi da qualunque possibilità non solo di poter decidere o scegliere, ma anche di poter verificare la bontà delle scelte della Protezione Civile, la regolarità dei provvedimenti o la valutazione dell'impatto ambientale e dei rischi pericolosi che questi agglomerati urbani in costruzione, anomali, irregolari e improvvisati, potranno avere nel prossimo futuro della città dell'Aquila. Con il suo sistema di gestione militare totalitario e presuntuoso, la Protezione Civile sta mettendo in serio pericolo il futuro degli aquilani. Senza specifiche competenze tecniche e territoriali, doveva occuparsi solo dell'emergenza, come è successo per altri eventi catastrofici precedenti. Evidentemente a qualcuno conviene che lo stato di emergenza persista. Uno stato di emergenza è una miniera d'oro. Per chi? Per chi ha in appalto le varie forniture. Dietro ogni decisione, dietro ogni maceria, dietro ogni cadavere qualcuno sta guadagnando spudoratamente. Basti pensare che lo Stato ha preferito far arricchire gli alberghi, pagando 48 euro a persona al giorno, invece di requisire case sfitte a 400 euro al mese. Facendo un rapido calcolo, 48 euro per trenta giorni fanno 1440€ al mese. Per ogni famiglia di 4 persone lo Stato, cioè noi, paga 5760€ al mese invece di 400! Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro. La Protezione Civile è stata politicizzata. Il Premier sembra aver appositamente studiato un sistema infallibile per gestire in prima persona la situazione sopratutto, come è ovvio, dal punto di vista economico e finanziario, quello che sta tanto a cuore a strutture mafiose e criminali.
Vogliamo parlare del lavoro? Ottomila sono gli aquilani che sono rimasti senza. Hanno la cassa integrazione prorogata fino al 10 agosto. Qualche giorno fa sono state stanziate ulteriori risorse che forse consentiranno di arrivare a dicembre. Il terremoto afferma il principio che c’è un Re, che a sua discrezione elargisce risorse e possibilità. Non ci sono diritti da tutelare per legge, ma atti unilaterali del Governo. Eppure Silvio Berlusconi, nel regno incontrastato delle sue televisioni, aveva assicurato che mai avrebbe abbandonato i lavoratori aquilani al loro destino! La realtà invece è un'altra: in un’area dove migliaia di imprese non potranno più materialmente operare per anni, non vi è una concreta azione per il rilancio dell’economia. Cosa succederà a chi è rimasto senza lavoro e ha una famiglia di cui occuparsi?
L'Aquila continua a tremare. Le scosse, numerose tutti i giorni, continuano inesorabili, anche oltre il 4° grado della scala Richter. Intanto il Cavaliere continua ad affermare che va tutto bene. Le tv e la grande stampa nazionale, ad eccezione di Repubblica e pochissimi altri, continuano a rimanere in silenzio, conniventi e collusi con gli interessi di chi vuole lucrare sulle disgrazie degli aquilani: cosche mafiose, imprenditori senza scrupoli, finanzieri accomodanti, ditte e fornitori coinvolti nell'arrembaggio al denaro facile...
Ora si comprende meglio il senso della legge che imbavaglia la stampa, perlomeno quella ancora libera. E si comprende parimenti la necessità di aggredire la rete, quell'insieme sommesso di voci dissonanti in costante aumento, ogni giorno di più, che devono essere zittite. Solo qui potrete leggere con chiarezza che L’Aquila era da considerarsi a “rischio uno”. Il più forte. Questo avrebbe costretto le ditte costruttrici ad investire maggiori risorse economiche per avere edifici a norma. E solo qui potrete leggere che fu proprio Berlusconi, nel 2003, a decidere che L’Aquila fosse a “rischio 2”, permettendo oggi allo Stato di risarcire solo l'80% delle spese sostenute per la riparazione delle abitazioni.
Oltre 305 persone assassinate da un'edilizia disinvolta! Oltre 100.000 disperati sui quali speculare! Eppure c’è ancora gente che dice “Lui ci ha promesso le case, non ci lascerà e se ci darà le case lo voteremo di nuovo”.
Quelle che avranno non saranno case ma bettole illegali che, lungi dall'essere provvisorie, saranno eterne.
Benedetti Marie Helene
5 agosto 2009
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