3 ott 2009

Razzismo e Libertà (credo che sarà una futura rubrica del blog)

Io non sono razzista, sei tu un sottosviluppato berlusconiano
- di Rita Pani (APOLIDE) -

Un tempo si usavano i camion, oggi si usano gli autobus con le sbarre ai finestrini. Sono cambiati i tempi, e l’unica cosa che sembra essersi evoluta è la tecnologia. L’uomo, semmai, sta correndo veloce indietro. L’Italia è finalmente libera di dichiararsi, anzi, mostrarsi orgogliosamente razzista. Può farlo e a ragione, dato che abbiamo in Italia il primo ministro più razzista degli ultimi 150 anni, che se non supera almeno eguaglia i primati di quel bastardo di mussolini, avendo entrambi concepito e partorito le leggi razziali con i loro rispettivi governi.

Riporto una frase di Judith Stiles, giornalista statunitense attenta ai fenomeni razziali: “Dare dell'«abbronzato » a un nero, è forse perfino peggio che dirgli «sporco negro». «Perché quest'insulto osceno comunque riconosce l'identità dell'altro, pur volendola sfregiare, mentre dargli dell'abbronzato è come dirgli "sei un bianco come noi, solo che hai la tintarella, insomma non sei un negro come quelli là». Il cosiddetto subtext, il sottinteso, delle battute ripetute sull'abbronzatura di Barack e Michelle è dunque semplicemente micidiale per le orecchie americane.”

Non è una gaffe, non è la battuta di un simpatico umorista (simpatico quanto una colonscopia) è la vendetta di un uomo sconfitto, deriso, ridicolizzato e snobbato da chi ha dovuto necessariamente limitarsi a stringergli la mano, avendo abbastanza dignità e logica coerenza da non prestarsi ad altre effusioni di circostanza e cortesia. È il braccio di ferro di un omuncolo che sa di poter dire quanto è alto solo al cospetto di una platea di sudditi e servi.

La gente minuscola, come lui, ride della “battuta”; non sa guardarsi intorno e non sa capire il danno recato alla crescita della nostra cultura e della nostra civiltà. Mentre alla mia generazione ancora si doveva raccontare la storia recente e si doveva insegnare che il sangue è tutto rosso, a prescindere dal colore della pelle, oggi si mostra agli uomini di domani un’Italia più simile al Mississippi degli anni 50, dove si era liberi di andare a cacciare i negri casa per casa, strada per strada. E se non sono neri, sono gay, e se non sono gay sono disabili, oppure quelli che ancora, per fortuna, non ci stanno ad essere stupidi e miserabili come loro.

Io vado fiera della mia diversità, io sono assolutamente diversa da questa feccia di italiani berlusconiani, siano essi leghisti o fascisti – tanto servi dello stesso padrone. E se razzismo deve essere per legge ... io non sono razzista, sei tu – sottosviluppato bastardo – ad essere berlusconiano.


http://guevina.blog.espresso.repubblica.it/resistenza/2009/09/io-non-sono-razzista-sei-tu-un-sottosviluppato-berlusconiano.html

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