17 dic 2009

Finisce in manette Calvagna, il regista de "L'ultimo ultras" - Un finanziere il suo complice in cambio di un provino per la figlia
















Calunn
ia aggravata. Sono scattate le manette per Stefano Calvagna, il regista de "L'ultimo ultras". E si conclude così la vicenda che ha avuto inizio lo scorso febbraio, quando Calvagna era stato gambizzato a San Saba e imputato per truffa aggravata e falso dalla Procura di Roma. Il regista da tempo sosteneva di essere minacciato di morte e che a farlo gambizzare era stato un produttore cinematografico, Alessandro Presutti, che lo aveva denunciato per una truffa di oltre mezzo miliardo. Poi aveva cambiato versione raccontando agli investigatori della Guardia di Finanza, che a volere la sua morte era l'ex socio Carlo Bernabei.

I militari non hanno perso tempo: dando per scontato la verità della sua dichiarazione, immediatamente hanno ottenuto un mandato di perquisizione negli uffici di Cinecittà. Così nell'ufficio di Bernabei è stata ritrovata una pistola semiautomatica con la matricola abrasa uguale a quella adoperata per sparare a Calvagna. Un piano perfetto che avrebbe incastrato il produttore se non fosse stato per le telecamere a circuito chiuso. Osservando i fotogrammi il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e il pm Giovanni Bombardieri non hanno avuto dubbi: un uomo aveva nascosto l'arma negli uffici di Bernabei qualche ora prima.

E il caso Calvagna regala nuovi colpi di scena, proprio come in uno dei suoi film. E' un appuntato della guardia di finanza, infatti, l'uomo che, complice di Calvagna, voleva incastrare il produttore. Così la procura ha disposto il fermo del regista, ritenendolo il mandante dell'operazione e temendo che possa fuggire. L.G., il finanziere che avrebbe aiutato il regista a costruire la prova contro Bernabei in cambio di un provino cinematografico per la figlia, è stato arrestato con le accuse di calunnia aggravata e detenzione di armi. Agli inquirenti dovrà spiegare anche la provenienza della pistola con la matricola cancellata.

Già da diversi mesi, secondo gli inquirenti, Calvagna aveva messo in atto una manovra di depistaggio nelle indagini sull'aggressione. Una vicenda legata a doppio filo con l'inchiesta che vede il regista indagato per una truffa da oltre 600.000 euro. Secondo gli accertamenti del pm Andrea Mosca, che si accinge a citare Calvagna davanti al tribunale, avrebbe fabbricato falsi contratti e offerte di acquisto, millantando con il coproduttore del film "Il Lupo" Alessandro Presutti, contratti e offerte dai Rai Cinema e Rai Trade per i diritti della pellicola ispirata alla vita del killer Luciano Liboni. E Presutti, certo dell'affare, avrebbe così investito sul film oltre mezzo milione di euro. Saltati gli accordi con la Rai, Calvagna avrebbe anche millantato la distribuzione nelle sale da parte della Warner Bros. Falsi anche i conti sulle spese sostenute per il film. Alla fine Presutti si era rivolto alla procura e finora ha avuto ragione.

Ivana Calò RBCasting

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