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1 lug 2010

Lettera Aperta a Sonia Alfano - Carlo Lo Monaco















Buongiorno Sig.ra Sonia Alfano, perchè prima di tutto Sig.ra e poi attivista politica è quello che mi preme sottolineare; mi preme scriverle perchè non ce la faccio proprio più,
è anni che sopporto, guardo, sbircio e vengo a conoscenza ogni giorno di tutte le orrende vicende che in questo paese provengono dalla politica e che non fanno altro che infangare e sbeffeggiare la vita di tutti noi liberi cittadini che ogni giorno dobbiamo preoccuparci di fare del nostro meglio per andare avanti, per essere retti e leali nonstante gli stenti economici, per cercare di costruirci un futuro più o meno decente per i ns (si spera) figli che verranno, se verrano;

facendola breve e poco sentimentale mi urge chiederele direttamente se c'è ancora uno spiraglio, un barlume di decenza o pretesa della stessa in questa nazione che tanto amo e tanto odio contemporaneamente (sentimenti cos' contradditori da non poter essere altro che sinceri, umanamente parlando).

Veda, non solo mi sento offeso come italiano dalle parole di Dell'Utri che reputa Mangano il suo eroe personale e che questo non comporti nessuna conseguenza immediata all'interno del nostro sistema oramai mangiato dalle "tarme", non solo devo vedere che il pdl fa quadrato a difenderlo, la stampa di "Regime" idem e via dicendo, tutte vicende sufficientemente messe in luce anche se senza conseguenze queste, ma una cosa che mi indigna veramente parecchio degli ultimi due giorni di politica e di stampa nazionale sono le parole di Amedeo Laboccetta, deputato napoletano del Pdl, componente del direttivo a Montecitorio e membro della commissione Antimafia, che vengono pubblicate su questo articolo comparso su "libero" del 29 Giugno a seguito della sentenza sullo stesso MAFIOSO Dell'Utri.
Art.: http://www.libero-news.it/news/443269/Mafia__Laboccetta__Pdl___Dell_Utri_innocente_doveva_essere_assolto.html

(le ho lasciato l'indirizzo internet dell'articoletto, di poche parole ma distruttive e di grandissima rilevanza sociale e politica)

Mi indignano per due semplicissimi e di norma palesi motivazioni, la prima è che mi chiedo come si possa permettere un membro di della commissione antimafia di inveire con illazioni su una Corte di Assise che ha giudicato in fatti Mafia senza che nessuna forza politica puntasse i piedi per sottolineare quanto questo sia inaccettabile e quantomeno di dubbio valore della stessa commissione antimafia, e la seconda cosa è che... io da palermitano di 31 anni, carissima Sig.ra Alfano, sono cresciuto negli "anni di Tritolo" della nuova era, negli anni della costruzione di questo sistema perfettamente organizzato, ho conosciuto e dovuto convivere in terra e quartiere con le stesse persone arrestate nel mese di giugno a palermo per pizzo ed estorsione, ho dovuto vedere gente essere costretta a chiedere il permesso di aprire un attività concordando le percentuali di "protezioni" dovute prima ancora di poter ottenere la licenza commerciale, ho visto e conosciuto vittime e aggressori di una città che di Mafia vive, sopravvive e si autoalimenta nella paura.

conosco metodologie, crudeltà, cruenza, favoritismi e soprattutto conosco l'inermità della forza dei palermitani che in migliaia si sono sempre battutti contro tutto cio' ma che per aprire anche solo una sede per combattere la mafia in quegli anni avrebbero dovuto chiedere "L'autorizzazione" per l'apertura e si sa... non sarebbe mai stata concordata.

conosco dentro di me il peso della mafia nella vita quotidiana, si insinua fin dentro i sogni dei giovani che devono crescere e decidere del proprio futuro, costringe i cittadini a pensare che l'unico modo di seguire proprie ambizioni e sogni sia quello di abbandonare quello smeraldo che è la sicilia per andare in altri posti dove la Mafia non esiste... vede.. io l'ho fatto purtroppo, ho lasciato la mia terra, ho scoperto che avevo torto, ho scoperto che tutti avevamo torto, ho scoperto che quasi sempre chi riesce è perchè ha utilizzato quelle amicizie palermitane anche al di fuori dell'Isola.

Adesso detto e spiegato tutto questo... mi chiedo .. come posso accettare che dopo tutto questo vissuto, dopo aver creduto profondamente che Falcone e Borsellino sono i miei veri eroi, dopo aver udito con le mie orecchie il sordido rimbombo di quelle bombe, dopo aver manifestato per anni contro tutto questo, dopo aver rischiato la mia vita tutti i giorni in quel territorio, dato che la mafia ce l'hai sempre accanto anche quando vai in discoteca a ballare, dopo aver atteso che le commissioni antimafia svolgessero il loro lavoro senza possibili infiltrazioni e corruzioni nel loro interno, dopo aver sempre perseguito che la legalità è l'unico vero modo di combattere la mafia e la corruzione e aver sempre ripudiato i metodi semplici di "Io ti conosco, so chi sei e cosa fai e quindi ti sparo" per non abbassarsi ai loro stessi livelli, dopo una intera vita che oggi a 31 anni dovrebbe cominciare a dare i suoi frutti e che invece continua ad essere sempre più traballante, dopo aver visto che questo stato è fin troppo fondato sulla corruzione, l'illegalità e i legami con la mafia stessa, come posso accettare di sentire le parole di quest'uomo e non sentire da parte di nessuna forza politica nè rappresentati dei media e della stampa che proprio oggi andrò anche io a difendere a piazza navona in Roma, parole altrettanto pesanti che sottolineino la pericolosità di queste dichiarazioni ?

Come posso accettare tutto questo?
Come si puo' restare a braccia conserte davanti a tutto questo??

io chiedo quindi solo un unico vero atto pesante tanto quanto pesante sono le parole in questione, chiedere dimissioni immediate di questo "pseudo difensore" dello stato e immediate anche indagini sui motivi di interessi su tali dichiarazioni.

Non posso più tollerare che persino chi dovrebbe difendere il paese contrastando la mafia abbia a ben dire dei suoi stessi componenti di spicco e di rilevanza nel gioco dei potenti di questo paese.

non ci si puo' piegare a tutto ciò se non sentendosi vili ed essendo consapevoli di essere anche un po' mafiosi nel proprio interno accettandolo.

adesso la ringrazio e la saluto, auspico una lotta anche e soprattutto su questo fronte poichè reputo fatica sprecata chiedere verità e giustizia, chiedere di "ritrovare" (anche se la sappiamo già distrutta al 99,9 %) l'agenda rossa di borsellino se poi la stessa rischierebbe di non essere messa agli atti come prova; lo dimostra persino la più semplice valutazioone di non attendibilità di Ciancimino Jr... non credo di dover spendere parole in merito.

Cordialmente, sentitamente e con l'auspicio di buon lavoro,

Carlo Lo Monaco.

29 ago 2009

L'imbarbarimento etico







Chi conosce l'art.54 della Costituzione?

L'art.54 chiude la Parte I ,sì proprio quella che reca i principi fondamentali, e ricorda - nel primo comma - che ogni cittadino è tenuto a rispettare la Costituzione e le leggi, ma poi aggiunge che chi ricopre pubbliche funzioni, oltre ovviamente a rispettare Costituzione e leggi, è tenuto ad adempierle “con disciplina e con onore “.


Sì, proprio così : la Costituzione - e non uno stravagante moralista o giustizialista – prescrive “disciplina e onore“ per quanti ricoprono pubbliche funzioni (il parlamentare, ma anche l'amministratore locale; il magistrato ma anche il docente, il medico e il poliziotto...).
Certo , trattasi di espressioni che appaiono” datate “, ma il messaggio è chiarissimo, prescrive - per pubblici funzionari - “un di più“ rispetto alla legalità.
E' in questo comma il richiamo costituzionale all'etica, a quella “ etica pubblica “, che è la grande assente nella vita politica, e non solo politica, italiana..
Accanto alle regole morali (del tutto individuali, collegate ad una concezione filosofica, ad una tradizione familiare , ad una fede...), accanto alle regole giuridiche ( per definizione universali e cogenti in forza della autorità della legge) ogni comunità ha bisogno di qualcosa di altro., di un insieme di regole e di comportamenti considerati cogenti e la cui violazione viene sanzionata, criticata , diviene criterio di valutazione ...ancorchè tale violazione non costituisca necessariamente un reato.
Ciò che va chiesto ai pubblici funzionari – in base ad una precisa disposizione costituzionale – non è , pertanto, se il loro comportamento è morale , non è soltanto se il loro comportamento è legale....Di più e altro : viene chiesto il rispetto di regole e comportamenti eticamente corretti.
Nei paesi civilizzati, viene censurato il far confusione tra pubblico e privato, il coltivare conflitti di interesse, organizzare in residenze adibite a ruoli istituzionali party e festini di ogni colore, coinvolgendo escort, minorenni e compagni di merenda. Sono comportamenti considerati eticamente non corretti e vengono sanzionati anche con l'allontanamento dei pubblici funzionari coinvolti, senza che venga in rilievo, ai fini della censura e della sanzione, se quei comportamenti configurano ipotesi di reato. Emblematica è la censura e la sanzione per i conflitti di interessi, censura e sanzione ricorrenti in paesi civilizzati, ancorché non vi sia una legislazione che li censura e sanziona ,” Non è reato, ma non si fa!”.

E' questa la grande importanza dell'art.54 .
Ignorano tale norma e tale importanza, quanti pubblici funzionari , criticati per i loro comportamenti , replicano dicendo :”Taci, moralista !” o “Attendo con fiducia l'esito del processo e il riconoscimento che non ho commesso un reato “.
Tutto chiaro? Sì!
Tutto semplice? No!
No, non è semplice affermare la etica nella vita pubblica di un paese. Non è semplice, perché la etica è convenzionale. La vigenza e cogenza di regole etiche dipende da convenzioni, dalla circostanza che esse vengono accettate dai consociati.
E' questa convenzione che manca nel nostro paese.
Di più e di più grave .
Da alcuni anni con il berlusconismo - che non è soltanto una persona - si sta costruendo una “etica incostituzionale e antidemocratica” , si stanno stravolgendo regole etiche precedenti e se ne stanno costruendo di altre che modificano la stessa Costituzione . Stili di vita e comportamenti che finiscono con il distruggere – anche quando non costituiscono reato – il lavoro come diritto, riducendolo in favore, la eguaglianza mortificata da impunità e privilegi di casta, il diritto di impresa distrutto da crescenti posizioni monopoliste e giganteschi conflitti di interesse.....
Accade , così ,che il potentissimo Governatore della Banca Federale di Germania si è dovuto dimettere per aver accettato da una banca privata tedesca – in violazione di un patto etico tra i banchieri :"tra noi non ci si scambiano doni” - il pagamento del conto di tre giorni in un albergo di Berlino. Si è dimesso , ancorché ricevere quel dono non costituisse reato.
In Italia , per citare esempi di berlusconismo non realizzato da Berlusconi, per liberarci da un Governatore della Banca di Italia “ eticamente analfabeta “ abbiamo dovuto attendere arrivo di Carabinieri e avvio di processi penali.
Per le regole etiche di un paese civilizzato non può restare al suo posto un Governatore della Banca Centrale che di notte parlando ad un operatore finanziario (criminale o non, nel caso sposta poco, anche se in Italia lo si fa con operatori finanziari criminali) al telefono, con frasi amichevoli,comunica di aver firmato la autorizzazione richiesta.
Per le regole etiche di un paese civilizzato, citando ancora un esempio di berlusconismo non realizzato da Berlusconi, non può, parimenti, restare al suo posto un Presidente della Regione, che discute di prezziari regionali in un retrobottega di un negozio di biancheria intima di un paese della provincia siciliana. E non occorre, per allontanare e costringere alle dimissioni quel Presidente della Regione che quell'imprenditore sia riconosciuto mafioso, come è stato riconosciuto mafioso l'imprenditore Aiello, e non occorre aspettare che quel Presidente della Regione sia condannato per aver favorito mafiosi, come poi il Presidente Cuffaro è stato condannato. Non è eticamente corretto (ancorché non necessariamente sia possibile configurare un reato) per un Presidente di Regione e per un imprenditore discutere di decisioni regionali pubbliche in un retrobottega.
Altro che “disciplina “, altro che “onore.”
Superfluo è ricordare il fiume in piena di comportamenti e messaggi che la attuale maggioranza utilizza per modificare sensibilità e regole etiche, producendo continui attentati al nostro sistema democratico e contribuendo, a monte e con la approvazione di una legislazione scellerata tutta protesa a garantire immunità e impunità, a determinare un crescente” imbarbarimento e analfabetismo etico”, che costituisce la essenza del berlusconismo