28 lug 2010

Come posso accettare tutto questo? - Arriva la Replica dell'On. Sonia Alfano



Dopo la sentenza di condanna in appello per Dell’Utri, ho ricevuto la lettera di un cittadino indignato per la situazione grottesca in cui versa il nostro Paese. Carlo si è soffermato in particolare sulle parole di un esponente del PdL in merito alla decisione dei giudici di Palermo. Secondo l’On. Laboccetta, i giudici non avrebbero avuto il coraggio di assolvere il senatore dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e, sempre a suo dire, gli italiani onesti sarebbero “tutti con Dell’Utri”. Ovviamente non stupisce l’attacco denigratorio ai magistrati, caratteristico del partito “dell’amore”, ma risulta comunque impossibile non reagire con forte disgusto.

Di seguito la lettera ricevuta e la mia risposta:

Buongiorno Sig.ra Sonia Alfano, perchè prima di tutto Sig.ra e poi attivista politica è quello che mi preme sottolineare; mi preme scriverle perchè non ce la faccio proprio più, è anni che sopporto, guardo, sbircio e vengo a conoscenza ogni giorno di tutte le orrende vicende che in questo paese provengono dalla politica e che non fanno altro che infangare e sbeffeggiare la vita di tutti noi liberi cittadini che ogni giorno dobbiamo preoccuparci di fare del nostro meglio per andare avanti, per essere retti e leali nonstante gli stenti economici, per cercare di costruirci un futuro più o meno decente per i ns (si spera) figli che verranno, se verrano; facendola breve e poco sentimentale mi urge chiederele direttamente se c’è ancora uno spiraglio, un barlume di decenza o pretesa della stessa in questa nazione che tanto amo e tanto odio contemporaneamente (sentimenti così contradditori da non poter essere altro che sinceri, umanamente parlando).

Vede, non solo mi sento offeso come italiano dalle parole di Dell’Utri che reputa Mangano il suo eroe personale e che questo non comporti nessuna conseguenza immediata all’interno del nostro sistema oramai mangiato dalle “tarme”, non solo devo vedere che il pdl fa quadrato a difenderlo, la stampa di “Regime” idem e via dicendo, tutte vicende sufficientemente messe in luce anche se senza conseguenze queste, ma una cosa che mi indigna veramente parecchio degli ultimi due giorni di politica e di stampa nazionale sono le parole di Amedeo Laboccetta, deputato napoletano del Pdl, componente del direttivo a Montecitorio e membro della commissione Antimafia, che vengono pubblicate su questo articolo comparso su “libero” del 29 Giugno a seguito della sentenza sullo stesso MAFIOSO Dell’Utri.

Mi indignano per due semplicissimi e di norma palesi motivazioni, la prima è che mi chiedo come si possa permettere un membro di della commissione antimafia di inveire con illazioni su una Corte di Assise che ha giudicato infatti Mafia senza che nessuna forza politica puntasse i piedi per sottolineare quanto questo sia inaccettabile e quantomeno di dubbio valore della stessa commissione antimafia, e la seconda cosa è che… io da palermitano di 31 anni, carissima Sig.ra Alfano, sono cresciuto negli “anni di Tritolo” della nuova era, negli anni della costruzione di questo sistema perfettamente organizzato, ho conosciuto e dovuto convivere in terra e quartiere con le stesse persone arrestate nel mese di giugno a Palermo per pizzo ed estorsione, ho dovuto vedere gente essere costretta a chiedere il permesso di aprire un attività concordando le percentuali di “protezioni” dovute prima ancora di poter ottenere la licenza commerciale, ho visto e conosciuto vittime e aggressori di una città che di Mafia vive, sopravvive e si autoalimenta nella paura.

Conosco metodologie, crudeltà, cruenza, favoritismi e soprattutto conosco l’inermità della forza dei palermitani che in migliaia si sono sempre battutti contro tutto cio’ ma che per aprire anche solo una sede per combattere la mafia in quegli anni avrebbero dovuto chiedere “L’autorizzazione” per l’apertura e si sa… non sarebbe mai stata concordata.

Conosco dentro di me il peso della mafia nella vita quotidiana, si insinua fin dentro i sogni dei giovani che devono crescere e decidere del proprio futuro, costringe i cittadini a pensare che l’unico modo di seguire proprie ambizioni e sogni sia quello di abbandonare quello smeraldo che è la sicilia per andare in altri posti dove la Mafia non esiste… vede.. io l’ho fatto purtroppo, ho lasciato la mia terra, ho scoperto che avevo torto, ho scoperto che tutti avevamo torto, ho scoperto che quasi sempre chi riesce è perchè ha utilizzato quelle amicizie palermitane anche al di fuori dell’Isola.

Adesso detto e spiegato tutto questo… mi chiedo .. come posso accettare che dopo tutto questo vissuto, dopo aver creduto profondamente che Falcone e Borsellino sono i miei veri eroi, dopo aver udito con le mie orecchie il sordido rimbombo di quelle bombe, dopo aver manifestato per anni contro tutto questo, dopo aver rischiato la mia vita tutti i giorni in quel territorio, dato che la mafia ce l’hai sempre accanto anche quando vai in discoteca a ballare, dopo aver atteso che le commissioni antimafia svolgessero il loro lavoro senza possibili infiltrazioni e corruzioni nel loro interno, dopo aver sempre perseguito che la legalità è l’unico vero modo di combattere la mafia e la corruzione e aver sempre ripudiato i metodi semplici di “Io ti conosco, so chi sei e cosa fai e quindi ti sparo” per non abbassarsi ai loro stessi livelli, dopo una intera vita che oggi a 31 anni dovrebbe cominciare a dare i suoi frutti e che invece continua ad essere sempre più traballante, dopo aver visto che questo stato è fin troppo fondato sulla corruzione, l’illegalità e i legami con la mafia stessa, come posso accettare di sentire le parole di quest’uomo e non sentire da parte di nessuna forza politica nè rappresentati dei media e della stampa che proprio oggi andrò anche io a difendere a piazza navona in Roma, parole altrettanto pesanti che sottolineino la pericolosità di queste dichiarazioni ?

Come posso accettare tutto questo?

Come si puo’ restare a braccia conserte davanti a tutto questo??

Io chiedo quindi solo un unico vero atto pesante tanto quanto pesante sono le parole in questione, chiedere dimissioni immediate di questo “pseudo difensore” dello Stato e immediate anche indagini sui motivi di interessi su tali dichiarazioni.

Non posso più tollerare che persino chi dovrebbe difendere il Paese contrastando la mafia abbia a ben dire dei suoi stessi componenti di spicco e di rilevanza nel gioco dei potenti di questo paese.

Non ci si puo’ piegare a tutto ciò se non sentendosi vili ed essendo consapevoli di essere anche un po’ mafiosi nel proprio interno accettandolo.

Adesso la ringrazio e la saluto, auspico una lotta anche e soprattutto su questo fronte poichè reputo fatica sprecata chiedere verità e giustizia, chiedere di “ritrovare” (anche se la sappiamo già distrutta al 99,9 %) l’agenda rossa di borsellino se poi la stessa rischierebbe di non essere messa agli atti come prova; lo dimostra persino la più semplice valutazioone di non attendibilità di Ciancimino Jr… non credo di dover spendere parole in merito.

Cordialmente, sentitamente e con l’auspicio di buon lavoro,

Carlo Lo Monaco.

Caro Carlo,

anche se con un po’ di ritardo, dovuto ai miei innumerevoli impegni, rispondo con piacere alla tua lettera.

Innanzitutto spero vorrai accettare una proposta: diamoci del tu.

Capisco tutto il tuo disappunto nei confronti di quei politicanti da strapazzo che stanno obbligando te e milioni di nostri connazionali a fare i salti mortali per vivere onestamente e dignitosamente, e condivido la tua rabbia poichè sono stata e sono ancora una cittadina italiana, esattamente come te.

Mi chiedi se c’è ancora una speranza, e io, convintamente, ti rispondo che c’è, e che se non ci fosse, dovremmo costruirla. Personalmente ritengo che l’unica soluzione a questo stato catatonico in cui versa il Paese, sia un ricambio generazionale.

Uno svecchiamento della politica.

Per fare questo occorre farsi carico di due impegni:

  1. convincere i giovani a fare la loro parte in politica senza lasciarsi condizionare dalle pur comprensibili paure che questa infonde
  2. cambiare la legge elettorale introducendo il sistema delle preferenze alle elezioni politiche, rendendo così il voto realmente democratico, e dando ai cittadini la possibilità di riappropriarsi di quel diritto sancito dalla nostra Carta costituzionale e chiamato “sovranità popolare”.

Sulle parole di Laboccetta, che dire? Sono offensive nei confronti della nostra intelligenza, e soprattutto nei confronti di quei magistrati che hanno già ampiamente dimostrato coraggio e grandissimo senso di responsabilità. Vedi, quando furono riaperte le indagini sulle stragi del biennio 92-93, Berlusconi disse che volevano attaccarlo e che tornare su quei fatti sarebbe stato uno sperpero di denaro pubblico. Questo tipo di dichiarazioni, palesemente infondate dato che nessuno degli inquirenti aveva fatto il nome di Berlusconi, non sono altro che il sintomo di una patologia molto grave: allergia alla verità e alla giustizia, poichè o Berlusconi è direttamente coinvolto nelle stragi e si è tradito, o semplicemente odia la legge. In entrambi i casi, il fatto è grave. Ci sarebbe da ridere, se non fosse che questi ‘signori’ su quelle poltrone da cui manovrano interessi tutt’altro che pubblici, ce li abbiamo fatti accomodare noi. Siamo stati irresponsabili, siamo scesi a compromessi, abbiamo creduto alle baggianate di un manipolo di imbroglioni che sono la naturale estensione della prima repubblica. La loro arroganza nella gestione del potere è figlia della storia dalla quale provengono. Dell’Utri, condannato in appello per mafia, è uno dei fondatori di Forza Italia. Un partito fondato, secondo quanto emerso dalle indagini, con i soldi della mafia. Cosa ci si può aspettare da chi in quel partito milita e grazie a quel partito guadagna oltre ventimila euro al mese pur non producendo assolutamente nulla di positivo per il Paese? Quando Laboccetta dice che gli italiani onesti sono con Dell’utri, forse ci crede. Forse Laboccetta è stato talmente rapito dall’enorme e crescente imbroglio degli ultimi 20 (30? 40?) anni da pensare che tutto questo sia normale.

Io, però, ho visto litri di sangue scorrere per le nostre strade. Il sangue degli onesti, di quelli che nella trappola non ci sono cascati, e che si sono opposti a compromessi, ricatti e soprusi, pagando con la loro stessa vita la scelta di essere liberi.

C’è una sola via, caro Carlo: il risveglio. Il Paese deve ritrovare la consapevolezza e imparare dagli errori per ricostruire tutto. Io sto cercando di fare la mia parte, con tutta me stessa e spero di incontrare sul mio cammino sempre piu’ persone che vogliono fare lo stesso.

Ti ringrazio di cuore per avermi scritto.

Sonia Alfano.

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